Lo scontro Capitale si sposta in sala Var

L'Aia ferma Pairetto e Nasca. Pasticcio sulla rete di Acerbi in posizione irregolare

Lo scontro Capitale si sposta in sala Var

Lo scontro Capitale per un posto nell'Europa di secondo piano si sposta dal campo ai microfoni per una questione di centimetri. Quelli della posizione del laziale Acerbi rispetto al difensore dello Spezia poco prima di spedire in rete la palla della vittoria.

A tre tappe dal traguardo Roma e Lazio sono affiancate a quota 59 (ma con i giallorossi avanti per la differenza reti migliore negli scontri diretti), ma è il pasticcio tra arbitro e Var - fuorigioco non visto, non controllato e per la verità nemmeno contestato dai giocatori in campo - avvenuto nei concitati minuti finali della sfida del «Picco» ad accendere la miccia. «In 22 anni che alleno due cose non sono cambiate: una di queste è la possibilità di vincere con un gol in fuorigioco», la provocazione a distanza di Mourinho dopo il deludente pari casalingo con il Bologna. E la risposta del club biancoceleste non si è fatta attendere: «Il fatto che nel 2022 un allenatore di un'altra squadra faccia ripetutamente riferimento a presunti favori arbitrali a squadre concorrenti dimostra che la Lazio è ossessivamente nei suoi pensieri più di altri ambìti obiettivi professionali; come spesso accade, si guarda in casa di altri per distogliere l'attenzione da risultati mancati e da clamorosi episodi avvenuti in casa propria, Respingiamo critiche e insinuazioni».

Tutta colpa del difetto di comunicazione e di procedura tra il direttore di gara in campo e l'addetto al Var nella gara di La Spezia, secondo quanto ricostruito. «Non ripartire, aspetta», avrebbe detto Nasca dalla centrale di Lissone. Ma l'arbitro Pairetto non ha atteso e ha subito fatto riprendere il gioco avendo sentito un «ok» mai pronunciato. Un pasticcio, insomma, che ha fatto infuriare il designatore Rocchi, con conseguente sospensione dei due e degli altri componenti della squadra arbitrale fino al termine della stagione. Sì, perchè l'errore di fatto è stato ammesso, ma non potrà portare alla ripetizione della partita. Infatti, pur essendo un errore oggettivo, se non addirittura tecnico, si tratta di una decisione del Var e il protocollo prevede e ammette questa situazione.

L'aiuto tecnologico non è riuscito, come si auspicava, ad azzerare gli errori arbitrali e le conseguenti polemiche: anzi, la stagione che sta per finire sembra esser quella che ha rimesso in discussione la scorrevolezza di un sistema a doppia trazione: arbitro in campo-addetto Var in sala.

Il fattore umano resta determinante nella gestione dello strumento e l'episodio avvenuto sabato ne è un'ulteriore conferma. E intanto il derby a Roma continua, anche fuori dal campo... Mentre giovedì i giallorossi proveranno a prendersi una finale che manca loro da 14 anni.

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