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La Scozia ai piedi di un ex galeotto in panchina per caso

Martindale, un passato dietro le sbarre, è l'allenatore del Livingston che si giocherà la coppa di Lega

La Scozia ai piedi di un ex galeotto in panchina per caso

Quando hai un passato da dimenticare e una figlia di 8 anni a cui lo devi confessare, tutto può essere solo più facile. David Martindale in fondo non ha mai nascosto nulla, e adesso che siede sulla panchina del Livingston quasi per caso, sa che il peggio è passato. Anche perché Georgia alla fine lo ha guardato con quegli occhi che solo una figlia di quell'età può sgranare: «Grazie per averlo condiviso con me, papà. Ma potrai ancora allenare?». David Martindale è stato a dicembre il tecnico del mese del campionato scozzese e tutto è successo davvero molto in fretta. Un passato di modesto giocatore giovanile, qualche lavoro nel settore edilizio, l'acquisto di un pub che va in fumo, letteralmente: il locale brucia senza che David abbia l'assicurazione, ed è l'inizio della fine. Senza soldi Martindale finisce nel giro sbagliato: è il 2006 quando viene arrestato in una retata per traffico di droga e riciclaggio di denaro sporco. Condannato a 6 anni e mezzo di carcere, se ne farà quattro, durante i quali comincia a redimersi studiando Costruzioni e Project management all'università Heriott-Watt. Ha raccontato anche questo a Georgia («Lei usa l'iPad, e legge cose su di me. Dovevo dirglielo io...»), di come pensando di rifarsi una vita nel ramo edilizio si sia trovato un giorno a gestire le infrastrutture del Livingston, il club della sua città finito in bolletta. Serviva un volontario che lavorasse gratis e quell'uomo era lui. «Livingston per me è stata per anni solo negatività, perché non ho mai trovato nessuno che volesse ascoltarmi». Così ecco che David comincia a prendersi cura anche di qualche ragazzo difficile delle giovanili, poi viene chiamato a dare una mano alla prima squadra e infine si ritrova per fino ad allenare ad interim, tra un cambio di tecnico e l'altro: «Ma se mi avessero predetto un futuro in panchina, avrei risposto che era una cosa lontana migliaia di miglia». E invece: a novembre Gary Holt lascia la Tony Macaroni Arena, lo stadio locale, e il club decide il grande passo: tocca a Martindale. Che infila, ad oggi, due pareggi e nove vittorie, compresa quella contro il St. Mirren che ha riportato il Livingston nella finale di coppa di Lega scozzese dopo 18 anni. Con i complimenti di Steven Gerrard, primo in classifica con i Rangers, e appunto il premio di dicembre, la cui somma dona al locale centro medico contro le malattie mentali: «È un onore che la gente veda la mia storia e sappia che ce la si può fare. È il momento di aiutare gli altri». David domani è atteso dalla sfida con il Kilmarnock, ma non sa ancora se potrà sedersi in panchina: tre rappresentanti della Scottish Football Association devono decidere a ore se sia degno di avere il patentino: «Ma questa cosa preoccupa di più mia moglie, io ormai sono rilassato».

E d'altronde, il più è fatto: se lo ha capito Georgia, nessun giudice può fargli più paura.

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