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Se la crisi delle milanesi adesso sembra un male... Capitale

Le sfide di Milan e Inter contro Lazio e Roma prova dei loro problemi: 3 ko e un pareggio

Se la crisi delle milanesi adesso sembra un male... Capitale

Milano. Ci sono i parametri, per dirla alla Maldini, ma poi c'è anche la realtà, riflessa indiscutibilmente dalla classifica. E quell'incredibile mischione, 4 squadre in 1 punto o se vogliamo 5 in 3, contando anche l'Atalanta, che segna il labile confine per Milano fra assoluzione o fallimento. Senza Champions, sono guai. In un girone, Milan e Inter hanno bruciato 42 dei 43 punti di vantaggio che insieme sommavano su Lazio e Roma, alla fine dello scorso campionato, anche perché nei 4 scontri diretti hanno ottenuto solo 1 punto (il Milan contro la Roma) contro i 10 delle due romane (6 Sarri e 4 Mourinho, che ha vinto in casa dell'Inter).

Se Napoli vola, Roma corre e Milano cammina. Prima l'Inter e secondo il Milan nel 2021, primo il Milan e seconda l'Inter nel 2022, entrambe le volte con 170 punti, rispettivamente +40 e +43 su Roma, che adesso invece ha chiuso la forbice. Sorprendentemente, ma non per caso. E lì torna il discorso dei parametri, ché non basta fotografare il momento, è più giusto analizzare il periodo. E allora il secondo posto del Milan non può avere lo stesso valore di due anni fa, perché la squadra nel frattempo ha vinto lo scudetto ed è dal 22 di maggio che si presumeva ripartisse. Invece in questo sciagurato inizio d'anno, i rossoneri sembrano scivolati all'inizio dell'era Pioli, smarriti e senza certezze, soprattutto senza punti.

All'Inter, almeno, resta in mano la Coppa vinta a Riad, ma anche un sacco di rimpianti. Già 6 sconfitte in 19 partite, quando l'anno scorso furono 4 in tutto il campionato (e solo una all'andata). Dacché Zhang è presidente, mai così pochi punti al giro di boa (sono 9 meno dell'anno scorso). I guai si sommano da una parte come dall'altra: il mercato estivo ha dato poco o nulla al Milan come all'Inter, quello invernale deve fare i conti con le scelte di una proprietà (Milan) e le difficoltà finanziaria dell'altra (Inter). Ci sono il sogno (di Maldini) Zaniolo e l'incubo (di Marotta) Skriniar, partite che si chiuderanno al fotofinish, martedì sera capiremo come.

Poi ci sono anche le colpe, come non capire che se piove è giusto aprire l'ombrello e quindi difendersi (Pioli) o non riuscire ad andare oltre un modulo, anche quando non è palesemente necessario (Inzaghi). Esempi, come altri.

Da Sarri e la sua Lazio, invece, i picchi più alti di bel calcio di tutto il campionato, proprio contro Inter, Milan e soprattutto Atalanta, tutte battute e ora avversarie in zona Champions. È quando poi incrocia le più deboli che Sarri spesso non riesce a incidere. Mourinho gioca il suo solito calcio scaltro, con tanta difesa. Se c'è Dybala, vinci le partite. Senza Dybala ti annoi molto, ma strappi ugualmente punti importanti.

Infortuni tanti e per tutti, dal portiere per il Milan al capocannoniere per la Lazio, ma con gli organici attuali, da 30 giocatori, valgono giustificazioni e non alibi, che non sono la stessa cosa e soprattutto non conteranno, quando a fine stagione si farà l'ultima verifica ai parametri raggiunti.

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