Sei Conte, non devi consegnarti alla giustizia barbara

Sei Conte, non devi consegnarti alla giustizia barbara

di Giuseppe Cruciani
C aro Antonio Conte, ti conosco come uomo di campo e di battaglia. Molti parlano della tua integrità morale, ma queste sono categorie dello spirito che non mi interessano. Sono sicuro che se avessi saputo di combine di qualche giocatore della tua squadra li avresti presi uno ad uno per il bavero e attaccati al muro.
Ma il punto non è questo. Se il tuo avvocato ti consiglia di patteggiare per evitare guai maggiori, beh, mandalo a quel paese. Che non ti venga in mente di scendere a patti con una giustizia sportiva che è peggio dei processi staliniani dove ti spedivano in Siberia per niente. Non puoi difenderti. L'imputato deve portare le prove della sua innocenza. Basta la frase di un pentito, o presunto tale, per inchiodarti. I tempi sono talmente veloci, che ti trovi condannato prima di cominciare. Una barbarie che nessuno ha il coraggio di denunciare. Una roba che al confronto i tribunali del popolo erano all'acqua di rose. Almeno in Urss ti mandavano al confino e alla morte in nome dell'ideologia; c'era insomma un fine criminale ma c'era.
Qui il processo sportivo serve solo a regolare i conti tra dirigenti, giocatori e addetti ai lavori. Se ne occupano una manciata di burocrati che prendono le carte dell'accusa e ti mandano al rogo. Assurdo che centinaia di milioni di euro, il business del pallone, possa venire compromesso in questo modo. Eppure nessuno dice niente. Nel mondo del calcio prevale l'omertà, i piccoli compromessi, le convenienze. Ecco perché, caro Conte, è il momento di ribaltare tutto. Devi andare davanti a questo signore che si chiama Palazzi e dire chiaro e tondo: io non sapevo nulla di questi trucchetti e di quello che dice Carobbio non me ne frega niente, siete voi che dovete provare il contrario. Se ci riuscite bene, altrimenti amen. E siccome di prove (quelle vere) non ce ne sono, puoi stare sicuro che ne usciresti alla grande.
Invece il patteggiamento non sarebbe da Antonio Conte. Sarebbe come tradire. Faresti, insomma, come quell'avvocato della Juve che nel 2006 chiese la serie B con la penalizzazione, ritenendola una pena congrua. Fu l'inizio della fine, la rinuncia alla difesa, l'abdicazione, la resa. Tu non sei fatto così. Dentro, lo so, hai voglia di spaccare tutto. Non fare l'errore di chi ti consiglia di cavartela con un accordicchio. Oggi le cose sono cambiate. Non sono un tifoso bianconero, ma il tuo presidente ha avuto il coraggio di scrivere un'altra storia. Ha distrutto i luoghi comuni su Calciopoli.

Cerca di ridare un senso alla storia juventina, ha scoperto gli altarini dei moralisti da quattro soldi. Lotta alla grande. Questa Juve adesso se lo può permettere.
Anche tu devi lottare. Verrebbe da dire: se non ora quando? Sei Antonio Conte!

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