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Dalla serie A ai fischi a Messi è un calcio da neurovision

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Dalla serie A ai fischi a Messi è un calcio da neurovision

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Nemmeno Paolo Crepet o Raffaele Morelli saprebbero spiegare questo campionato di calcio. Abbiamo cinque squadre ancora in lotta per tre finali di coppe europee ma nei nostri condomini assistiamo a esibizioni incompressibili, contraddittorie e indecenti del gruppetto che cerca un posto nei tornei continentali. Venerdì sera la Lazio ha acciuffato, all'ultimo secondo e immeritatamente il pareggio casalingo contro il Lecce che si giocherà la salvezza domenica prossima contro lo Spezia che ne ha date due al Milan in evidente crisi di gamba e di testa.

Della stessa brigata, nel pomeriggio, l'Atalanta le ha buscate dalla Salernitana e la notizia vera non è la sconfitta ma sono le dichiarazioni di Gasperini nel post partita, un'esclusiva storica per il tecnico di Grugliasco: «Ci hanno surclassato, la squadra è stata a lungo in difficoltà, l'ho vista decisamente lontana dalla vera Atalanta e di questo sono assolutamente responsabile. Nessun alibi».

Sarri invece aveva dichiarato, tra lo stupore degli astanti, di avere visto (forse quando era chino a prendere appunti) buoni segnali della Lazio, per tutti invece inguardabile; mentre Pioli, dopo aver detto alla vigilia come la squadra fosse concentrata soltanto sulla trasferta di campionato, ha dovuto confessare nei fumi della batosta: «Abbiamo in testa la Champions», la squadra a rapporto dai tifosi è ulteriore segnale negativo. Più che un'analisi del turno di serie A si dovrebbe scrivere di un calcio appunto da analisi, una specie di neurovision, football mediocre nel ritmo agonistico, nella qualità tecnica, nella condizione fisica di quasi tutti gli attori.

L'Inter ha trovato la vittoria, uso apposta il verbo, ha rischiato di fronte alla qualità del Sassuolo, Lukaku da belle époque l'ha sbloccata, gli omaggi di Ruan Tressoldi, nuovo premio Comunardo Niccolai per le due deviazioni, l'hanno addormentata e il gruppo di Dionisi ha creato affanni e tremori. Tutto ciò alla vigilia di una settimana che dovrà dare la risposta ultima alle cinque di coppa, una nostra finalista è sicura ma, subito dopo, nuovo teatro dell'assurdo il 22 di maggio, quando i giudici del tribunale, che si occupano della Juve, scriveranno la nuova classifica.

Per la cronaca, al Parco di Principi di Parigi, lo stadio ha fischiato e insultato Leo Messi.

Abbondante materiale per Crepet&Morelli.

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