C'era una volta la Calabria in serie A. Prima il Catanzaro del reggino Angelo Mammì, autore del gol che regalò nel 1971 un posticino nel massimo campionato, ma anche di Carletto Mazzone in panchina, di Massimo Palanca e Claudio Ranieri, Massimo Mauro ed Edi Bivi, i calciatori dei due settimi posti preludio della retrocessione (1983) mai rimediata. Al Comunale, stadio del capoluogo calabrese, la Juve vinse con un rigore di Brady lo scudetto del 1981 contestato dalla Fiorentina. Oggi il Catanzaro è in Lega Pro e ha già cambiato 4 allenatori.
Poi toccò alla Reggina (il 1999 l'anno del debutto) dove arrivarono nel tempo Walter Mazzarri come allenatore e gente del calibro di Andrea Pirlo, Roberto Baronio e Rolando Bianchi in campo. Al Granillo, il fortino degli amaranto rimasti in A fino al 2009, cadde la Juventus per ben due volte. E qui, come emerso dalle intercettazioni telefoniche dello scandalo Calciopoli, Luciano Moggi raccontò di aver addirittura chiuso nello spogliatoio l'arbitro Paparesta. Dopo aver rischiato di sparire, la Reggina milita adesso in Lega Pro e ha Karel Zeman, figlio di Zdenek, in panchina.
Ci sono voluti 2700 giorni e oltre sette anni per rivedere uno stadio calabrese nel calcio italiano d'élite. Accadrà oggi e il palcoscenico sarà il rinnovato «Ezio Scida» di Crotone, dedicato al calciatore rossoblù morto in un incidente stradale 70 anni fa. Finora è stato inagibile per lavori di ristrutturazione, prolungatisi più del previsto per i veti della sovrintendenza, e la squadra pitagorica è stata costretta a emigrare a Pescara per tre gare di campionato che avrebbe dovuto disputare in casa. Un danno non da poco per la società che ha rimborsato via via i 5000 (dato non ufficiale) abbonati e per la truppa di Nicola, visto che allo «Scida» fu costruita (50 punti su 82) la promozione nella massima serie, arrivata lo scorso 29 aprile.
Oggi finalmente il debutto di prestigio con Crotone-Napoli, tra misure di emergenza ingenti per i 13.503 spettatori previsti (molti dei quali provenienti dalla Campania).
Un punto con il Palermo in 8 gare è il magro bottino degli Squali, oggettivamente la squadra più debole del torneo. Che ora guarda anche alla vicenda giudiziaria dei fratelli Raffaele e Giovanni Vrenna, proprietari del club.
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