Siena non si ferma mai Una coppa oltre tutti i guai

Partenza choc per Varese: subito sotto 18-0, si riprende troppo tardi Hackett e Moss i grandi protagonisti, Brown si tiene per il gran finale

La Montepaschi Siena ha conquistato a Milano la quinta Coppa Italia consecutiva
La Montepaschi Siena ha conquistato a Milano la quinta Coppa Italia consecutiva

Milano - Nel mare dell'ignoranza se non capisci l'anima di Siena, anche questa Mens Sana più povera, circondata dall'invidia di un basket piccino e senza idee nell'emergenza economica, spremuta da ben 20 partite in più delle sue avversarie, farsi un bagno da turisti, come ha fatto Varese all'inizio, è pericoloso se in giro ci sono cacciatori, pesci squalo che costruiscono sulla difesa i loro successi. Siena è alla quinta coppa Italia consecutiva, la prima di Sparrow Banchi da capo allenatore, 77-74 il controverso verdetto finale in un gioco di specchi che fa uscire con tanta amarezza Varese perché andare sotto 18-0 in partenza è stato un regalo troppo grande per chi aveva la fame di sempre. Ma non è soltanto questo a lasciare l'amaro in bocca al commodoro Vitucci visto che nell'ultimo quarto (25-11) Mike Green si è risvegliato tardi, quando ha capito che era solo nella mischia, visto che Ere si era prosciugato contro Roma e Banks, 0 punti, non è mai stato sul palcoscenico.
Questa Siena, come sembrava urlare l'architetto Ferdinando Minucci solo nella mischia, l'uomo al centro del mirino in questi mesi per pagamenti che non convincono la finanza, ha cambiato tutto, dall'allenatore ai giocatori, a parte Moss il vero pirata della zona, e anche Carraretto e Ress che però sono zoppi e ieri non erano in campo, ma quando escono a cercare le loro prede ti fanno malissimo.
Diciotto a zero per gelare tribune quasi tutte biancorosse, 8.550 spettatori che sarebbero un successo se gli organizzatori di Rcs, sfiniti dalla Lega, non avessero fatto sapere che forse si separeranno in casa con questo basket dalle idee ossidate. Fioretto e spada seguendo le trecce magiche di Daniel Hackett, 17 punti, anche se il suo capolavoro lo ha fatto nella semifinale contro Sassari, scelto come miglior giocatore della coppa, un mattatore capace di prenderti alla giugulare e poi farti soffrire anche nelle pause di ristoro perché la sua faccia, quegli occhi di brace ti fanno perdere il senso dell'orientamento come potrebbe testimoniare il Polonara che ha segnato 5 punticini, ma soprattutto Ebi Ere, 'o professore, che ieri non sembrava avere un'idea decente.
Varese intossicata dall'emozione entra in partita per un attimo nel secondo quarto e poi ancora alla fine quando tutto sembra perduto. Green non riesce a guidare le sue truppe, ma poi decide che deve essere lui a far restare almeno nella testa dei campioni un dubbio: 29 punti, 8 su 9 da 3, la rimonta finale vanificata dal tiro di Hackett da tre punti, uno con qualcosa di speciale e la sua dedica al compagno Lechthaler, che sabato ha perso il padre, spiega meglio di tutto che cosa può essere Siena nella buona e nella cattiva sorte economica. Polonara si perde subito scoprendo che gli serve qualcosa di più dei sogni per cinguettare con la curva che lo ama tantissimo. Sbaglia tutto il Banks che in questa coppa ha esagerato sempre. Hackett e Moss i pirati della notte al Forum, ma ieri ha funzionato bene anche Janning, mentre il dioscuro Mike Brown non poteva andarsene da comparsa: 25 punti, 6 su 6 da 3.
Con questa Siena, anche adesso che non ha i migliori, si dovranno fare sempre i conti. Varese dovrebbe aver capito come ci si batte a certi livelli e forse crescerà ancora.

Ora aspettiamo le altre sfidanti dei campioni in carica che sul campo sudano, lavorano duro e anche se arriveranno alla fine spossati, perché 20 partite in più costeranno, restano sempre dei barracuda del basket: Banchi si gode la coppa, mentre chi va fuori gioco si prende giorni di riposo. Forse la differenza è ancora questa perché se Milano, ad esempio, ha sbagliato acquisti, non se ne preoccupa, mentre chi ha il titolo non si ferma mai. Alla fine conta tanto.

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