Signora bella e provinciale, Napoli padrone e sfortunato

I partenopei fanno la partita (preso anche un palo) ma la Juve li imbriglia in un pari. E la Roma ringrazia

Signora bella e provinciale, Napoli padrone e sfortunato

La strada verso il sesto scudetto di fila è ancora lunga e lastricata di qualche insidia, anche se superare quasi indenne la notte del San Paolo rappresenta per la Juve un passo avanti notevole. Il primo round in 72 ore nell'impianto di Fuorigrotta serviva per rompere il ghiaccio in un ambiente ostile, sia per il ritorno da avversario del "traditore" Higuain che per la storica rivalità tra le due squadre.

Ecco che il pareggio - il secondo stagionale della truppa di Allegri dopo quello di Udine - maturato in una gara dominata dai partenopei sul piano del possesso palla e giocata con giudizio, forse anche con troppa prudenza, dai bianconeri, è un risultato che può star bene alla Juventus. Consapevole di aver messo alle spalle il penultimo "iceberg" del cammino in campionato (l'ultimo sarà quello all'Olimpico con la Roma a tre turni dalla fine). I giallorossi si riavvicinano, pur restando ancora a due gare di distanza, invariato invece il distacco dal Napoli che perde terreno per il secondo posto e ora deve guardarsi alle spalle dalla rincorsa della Lazio (con sfida diretta nella Capitale domenica prossima).

Allegri sceglie il doppio Mario (Mandzukic e Lemina) sugli esterni insieme a Pjanic a supporto di Higuain. Il bosniaco in realtà giocherà a lungo quasi affiancato al Pipita per non lasciarlo troppo isolato in attacco nella notte in cui a ogni pallone toccato, arriva una sonora bordata di fischi. Un undici più da battaglia che da fioretto quello bianconero, figlio dell'assenza di Dybala (preservato per il secondo round di Coppa e messo in campo solo nell'ultimo quarto d'ora) ma anche della serata difficile che Marchisio e compagni avevano di fronte. Sarri non fa una gerarchia tra la partita di ieri sera e quella di Coppa di mercoledì, decidendo di schierare i titolarissimi tranne Reina che si arrende al guaio muscolare che lo ha impensierito per tutta la settimana (in porta c'è Rafael, una sola gara da titolare in stagione).

La Juve gioca una partita quasi da "provinciale" di lusso, dimostrando di aver studiato bene il Napoli e i pericoli che possono arrivare dai "terribili" piccoletti dell'attacco. Così la squadra di casa opera nel primo tempo un possesso palla sterile e solo raramente riesce a bucare il muro bianconero, abile a chiudere bene tutte le linee e quindi a impedire al Napoli le sue micidiali verticalizzazioni. Il gol di Khedira dopo sette minuti, nell'unico vero affondo dei bianconeri, è il quinto del tedesco in questo campionato (bella la combinazione veloce con Pjanic in area) e mette in salita la gara dei partenopei, non abituati a incassare gol così velocemente. La truppa di Sarri prova a impensierire Buffon con giocate individuali (i due tiri sbagliati di Hamsik, la conclusione di Mertens, i tiri a girare sempre insidiosi di Insigne) nelle poche occasioni concesse dalla Juve.

I bianconeri hanno però il torto di abbassarsi troppo a inizio ripresa, non risultando più così granitici e venendo schiacciati dal Napoli che vuole raddrizzare il match. E proprio mentre Allegri sta per inserire Cuadrado così da far salire il baricentro della squadra oltre che garantire una maggiore velocità sulle fasce, arriva il pari di Hamsik sull'ottavo assist stagionale di Mertens. Il capitano azzurro è sempre più vicino a Maradona e il gol di ieri sera è il sesto segnato alla Juve in carriera, oltre che l'undicesimo in campionato.

Nonostante abbia speso molto nei primi 45 minuti, il Napoli non abbassa il ritmo, resta padrone delle operazioni e

Mertens coglie il palo in un'azione personale insistita. La Juve riallunga la squadra senza però creare pericoli a Rafael e la gara scorre via senza altre emozioni. Appuntamento a dopodomani per il return match di Coppa Italia.

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