Roberto Gotta
Bologna Messa in difficoltà dalla foga e dall'ottima disposizione in campo dell'Atlético Bolonia nel primo tempo, molle su troppi palloni, lenta a ripartire nelle poche occasioni in cui la squadra di casa lasciava varchi nella propria pressione, la Juventus ha fatto esattamente quel che doveva fare in un pomeriggio così, sospeso tra la debacle di Madrid e la lunga attesa per La Sfida', come l'ha chiamata Massimiliano Allegri nei giorni scorsi. Una chiusura difensiva imperfetta di Filip Helander, la palla vagante sui piedi infallibili di Dybala entrato da sette minuti e il resto del secondo tempo a chiudere senza troppe lacrime il moderato assalto del Bologna, che ha colpito un palo nel recupero sul tiro a giro di Nicola Sansone dalla sinistra spinto sul legno da Mattia Perin, a dimostrare perché i grandi portieri sono tali.
Qualunque partita avesse fatto, del resto, la Juventus non l'avrebbe passata liscia sul piano dei giudizi: vinci, e hai fatto solo il tuo dovere contro una squadra tre punti sotto la salvezza; perdi o pareggi e butti un altro petardo in una stanza delle critiche già rumorosa da qualche giorno, assordante ed ermeticamente sigillata in attesa del ritorno contro l'Atlético. Allegri ha scelto una formazione con sette reduci dalla partita di Champions League e una disposizione in campo che ha inizialmente sorpreso gli osservatori, un 4-3-3 con Bernardeschi ad aiutare Bentancur e Cancelo avanzato sulla destra, pronto a rientrare per aiutare De Sciglio che stringendo formava quasi un terzo centrale difensivo. Utile, perché il Bologna ha iniziato bene proprio su quel lato, con Dijks a spingere e a gettarsi sui palloni che spesso Poli, asfissiante ogni volta che la Juventus cercava di uscire, recuperava e cedeva.
Ci ha messo quasi 25', la squadra di Allegri, per spostare in avanti di una quindicina di metri il proprio baricentro, contando anche sul fatto che il Bologna sapeva benissimo di non poter concedere mezza occasione a chi ha un tasso di realizzazione e decisività superiori: attento dunque Skorupski a uscire e chiudere su Matuidi, lanciato benissimo in area sul taglio da sinistra da Bernardeschi proprio dopo 20 minuti. Bernardeschi, quando riusciva a togliersi di torno Poli, andava anche ad aiutare sulla fascia destra, dove si sono progressivamente ridotte le occasioni di uno-contro-uno per Dijks e Sansone, ma qualche pallone di troppo per i gusti di Allegri è arrivato a centro area, dove Santander ed Edera hanno provato con tiri imprecisi ma non ostacolati a dovere, con il paraguaiano che al 41' ha anche tentato un tiro da 60 metri senza guardare, e che non abbia guardato si è visto benissimo, dato che la palla si è spenta in rimessa laterale.
E nel secondo tempo è cambiato poco: quasi nulle le occasioni in cui la Juventus ha potuto distendersi, per la prudenza bolognese nel gestire palla senza scoprirsi troppo. Dentro Dybala per Alex Sandro al 59', De Sciglio passa a sinistra con Cancelo che arretra e il passo più deciso dell'argentino si vede in occasione del gol.
Nel finale Falcinelli seconda punta per il Bologna e subito Chiellini per la difesa a tre della Juventus, con la paura del caos in area della partita di Madrid. Il Bologna? Deciso, ben messo in campo, grintoso, senza paura. Se l'effetto-Mihajlovic non è solo emotivo, le prospettive sono certamente migliori rispetto a un mese fa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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