Torino Seconda giornata dello scorso campionato: Juventus-Empoli 0-1, gol di Mancuso. Risultato storico e del tutto inatteso: mai prima di allora i toscani avevano infatti battuto la Signora in trasferta, primo segnale di una stagione che per i bianconeri si è poi rivelata negativa in tutto e per tutto. Stasera, ancora allo Stadium, la squadra di Allegri avrà non solo la possibilità di «vendicare» lo sgarbo della stagione passata, ma soprattutto di dare continuità alla vittoria nel derby contro il Toro: i bianconeri peraltro non riescono a vincere due partite interne di fila in serie A dallo scorso marzo (contro Spezia e Salernitana) e, insomma, anche questo è uno specchio dei tempi. Obiettivo e necessità vanno di pari passo: aggiungere altri tre punti, mettere un altro po' di entusiasmo nel motore e andare poi martedì in Portogallo a sfidare il Benfica in una partita che, se vinta, potrebbe anche tenere vivi i sogni di un clamoroso passaggio del turno in Champions.
Un passo per volta, comunque. Sperando che il peggio sia passato e che la squadra sia tornata a essere tale. Se poi la vittoria contro i granata sarà stata soltanto un'illusione, bisognerà una volta per tutte ridimensionare le ambizioni e fare mea culpa. Quella che scenderà in campo stasera sarà per di più la solita Juve incompleta visto che, nonostante qualcuno abbia volato con la fantasia e l'ottimismo, non ci saranno né Chiesa né Pogba: «Federico ha fatto due allenamenti veri, Pogba ha lavorato solo parzialmente con la squadra le parole di Allegri -. Sabato mattina (domani, ndr) organizzeremo un'amichevole e vedremo come reagirà Chiesa. Per quel che riguarda Paul, si è allenato parzialmente con la squadra, ma alla sfida contro il Benfica mancano pochi giorni: non fa un allenamento serio dal 23 luglio, bisogna dargli tempo. Affrettare i tempi per averlo una partita prima, rischiando di pregiudicare il lavoro svolto, sarebbe follia pura». Si va insomma avanti con quello che si ha sempre avuto finora e anche con qualcuno in meno: Di Maria è ancora fermo, Bremer è out per una ventina di giorni e qualcun altro (McKennie e Cuadrado, per esempio) avrebbe bisogno di rifiatare. La stagione è quella che è: compressa, dura per non dire durissima. Con la fatica che si accumula e la carta d'identità che chiede il conto. Al 35enne Bonucci, per esempio: «È il nostro capitano ed è giocatore di personalità.
Come per tutti, devo però gestirne forze ed energie: lui però è fondamentale sia quando gioca che quando non lo fa. È un uomo responsabile, di lui sono contento». Come dire che non avevano fondamento alcune voci (anche recenti) che avrebbero voluto il numero 19 in partenza già a gennaio.
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