Signora sul lettino in Europa con tutti i dolori di Allegri

Lo sfogo post Tottenham del tecnico nasconde una verità. È una Juve ben organizzata, ma tecnicamente debole

Signora sul lettino in Europa con tutti i dolori di Allegri

In fondo un pareggio con il Tottenham è un risultato positivo. Il gioco? È un dettaglio marginale, la Juventus non può arrivare sempre in finale di Champions e chi la critica ha bisogno di un medico ma molto, molto bravo. Questa teoria da bar, garba molto a Massimiliano Allegri, il quale si infervora in sala stampa, esibendosi in un comizio avvilente, mentre in tivvù non ha la stessa forza e acidità nel controbattere le tesi degli opinionisti, suoi colleghi di football.

In verità la Juventus di Champions non incanta, come non incanta quella di campionato a parte le goleade contro le piccole. È squadra ben organizzata ma tecnicamente debole, anzi in difficoltà quando incontra avversarie che, su qualità tecnica e fisicità, hanno il loro dato caratteristico. L'Europa dice questo, il Tottenham questo ha detto e questo dirà il 7 marzo nella partita di ritorno. Allegri ha atteso la sfida di martedì per un esperimento tattico forzato, ha tenuto in campo cadaveri eccellenti, al secolo Mandzukic che deve avere un rapporto esclusivo con l'allenatore, e Khedira che si trascina ormai, reduce da se stesso. Potrei aggiungere Buffon sul quale sembra impossibile qualunque censura ma se quell'errore sulla punizione di Eriksen fosse toccato a qualunque altro portiere la critica sarebbe stata ferocissima.

La Juventus continua a vivere sui colpi dei singoli, di Higuain prima di tutti, e non sul gioco di squadra, non sul ritmo delle azioni, non sulla gestione autoritaria e autorevole del risultato. Vive di affanno anche quando è nettamente superiore all'avversario, una volta passata in vantaggio (a parte gli episodi rari con Sassuolo o affini) si limita all'ordinario, Allegri prima invita alla calma e poi recita la solita commedia del Max furioso, addirittura abbandonando il campo prima del fischio finale, tanto per completare la sceneggiata impunita.

Le assenze di tre titolari, Cuadrado, Matuidi e Dybala, sono pesanti ma Allegri è chiamato adesso alla scelta: chi verrà tagliato quando rientrerà l'argentino? Cambierà nuovamente il disegno tattico? Mandzukic giocherà anche in caso di strage? Khedira avrà improvvisamente trovato le gambe e il fiato per correre come deve saper fare un centrocampista? Buffon sarà titolare a prescindere? Domande facili, se Allegri avesse il coraggio di scegliere. I risultati sono dalla sua parte ma oggi, a differenza di ieri, la squadra non è in testa al campionato e ha un piede fuori dalla champions, con ricadute pesanti sul bilancio. Ma l'astuto livornese è fiducioso, andrà a Londra per vincere, cosa che, contro le inglesi, storicamente per la Juventus e per lo stesso Allegri ai tempi milanisti, non è registrato negli almanacchi.

Nell'attesa c'è un derby trappola da giocare mentre, seguendo l'invito del tecnico, è scattata la ricerca di un dottore, uno molto bravo, che sappia curare i depressi o malati di testa. Qualunque riferimento a se stesso è puramente casuale.

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