La guerra (del calcio in tv) continua. Non è l'annuncio retrodatato firmato Badoglio ma la notizia del ricorso presentato da Sky Italia all'autorità garante della concorrenza e del mercato, l'antitrust per sintesi, contro Tim in pratica che è poi partner di Dazn quale titolare dei diritti tv del calcio di serie A del prossimo triennio 2021-2024. L'assegnazione, tormentata, legata prima alla questione dei fondi, poi capace di allestire un braccio di ferro tra due opposti schieramenti tra i club, si è conclusa con il successo di Dazn che ha appunto vinto l'asta grazie al contributo finanziario e alla presenza di Tim. Sky, dapprima ha masticato amaro, poi dopo essersi assicurata il pacchetto due con 3 partite in co-esclusiva delle 10 complessive, è partita all'attacco.
E ieri ha presentato il ricorso all'Agcm, l'acronimo dell'anti-trust. L'accusa è quella classica di accordo illegittimo di esclusiva che impedirebbe «alla pluralità di consumatori e appassionati di calcio di accedere alla fruizione della serie A attraverso una pluralità di broadband e guardarla sulla piattaforma che preferiscono - satellite, DTT o OTT - esattamente come oggi». Il vero obiettivo è naturalmente Tim, «il retailer dominante nella banda larga». Tale accordo - conclude Sky - «preclude all'OTT la possibilità di distribuire le partite attraverso altri operatori favorendo così Tim e rafforzando la sua posizione dominante nel mercato della banda larga». Tim «resta stupita dalle preoccupazioni di Sky, dopo che l'Autorità Garante della Concorrenza e del mercato ha accertato più volte che Sky è un soggetto dominante nel settore della pay tv ...». Per poi precisare: «La diffusione di tutto il campionato di calcio in streaming rappresenta un elemento importante per la digitalizzazione del Paese». E filtra anche la precisazione che i clienti di altri operatori potranno tranquillamente abbonarsi a Dazn. Ma Sky ha replicato: «Prendiamo atto che Tim ha intenzione di restringere ha la scelta dei consumatori a una sola scelta». E in questa battaglia non è rimasta sola. Infatti si sono schierate anche Wintre e Open Fiber.
Nei giorni scorsi, l'assemblea dei presidenti di serie A ha chiesto e ottenuto un anticipo sulla prima rata del contratto tv da Dazn ma non ha ancora votato la delibera per allargare a 10 gli slot, il campionato spezzatino per intendersi. Il rinvio alla prossima settimana, oltre a nascondere la richiesta di un ritocco della cifra pattuita, cela un altro vulnus e cioè il fatto nel bando iniziale gli slot previsti fossero stati 7 e non 10. Secondo alcune fonti, tale modifica del bando potrebbe diventare oggetto di un secondo ricorso.
Mentre sul calcio in tv restano le ombre, si vede la luce per il ritorno allo stadio. Ieri il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa ha annunciato: «Per la prossima stagione vi posso dare la notizia che partirà dal 22 agosto con il 25% di pubblico in presenza".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.