Colpirne cento per educarne uno. L'Inter dei cinesi ha rovesciato anche Mao Zedong, capovolgendo una delle massime programmatiche con cui il Grande Timoniere era salito al potere. Se il leader comunista voleva dare l'esempio al popolo castigando il singolo che deviava, quello interista ha deciso di colpire tutto il popolo dei giornalisti per educarne uno: quello che, secondo la società di Zhang, avrebbe mancato di rispetto ad Antonio Conte.
In Italia non siamo proprio messi bene: ce lo ha confermato lo stesso Conte ieri sera a Firenze. Ma noi modestamente l'avevamo già capito dopo la scelta dell'Inter di annullare la conferenza stampa della vigilia un quarto d'ora prima del fischio d'inizio delle domande. Una scelta stigmatizzata subito dall'Ussi (Unione stampa sportiva) e dall'Ordine dei giornalisti, ma che ha indispettito ulteriormente il tecnico pugliese, scocciato molto più dalla richiesta di scuse degli organi di categoria della stampa che dalle sbadataggini difensive di Skriniar e soci che gli sono costate altri due punti a Firenze. Così l'incontro con i giornalisti nel dopo Fiorentina, più che una riflessione sulla settimana grigia dell'Inter (due punti in campionato con aggancio juventino ed eliminazione in Champions contro le riserve del Barça), diventa un processo alla categoria, una reprimenda ex cathedra di Conte che si sostituisce all'intero collegio dei probiviri dell'Ordine nel cassare titoli, articoli, lettere, risposte, opinioni e quant'altro. Fino a scagliarsi contro l'Ussi (chiedendosi anche «Ma che cos'è questa Ussi?») e l'Ordine: «Si devono vergognare. Mancano di rispetto e chiedono le mie scuse». Fino a spiegare la filosofia del provvedimento: «Qui non puoi selezionare per mandare un esempio, ma mandi il segnale a tutti quanti se vuoi che lo recepiscano tutti».
Un Conte a livelli di guardia, insomma, che potrebbe essere giustificato solo se avesse deciso di emulare Mourinho che, ogni volta che saliva la tensione attorno alla squadra, spostava il tiro volutamente su altri obiettivi. E Antonio sembra allinearsi: arriva la Juve? Il problema è chi ha voluto metterlo contro Agnelli e gli ultrà bianconeri che non lo vogliono più tra le stelle dello Stadium. L'Inter si fa ribaltare a Dortmund? Il problema è la rosa ristretta e la società che deve darsi una mossa sul mercato. L'Inter vanifica la fuga e va fuori dalla coppa? Il problema è la stampa che manca di rispetto perché un giornale pubblica una lettera non gradita al tecnico Speriamo per i nerazzurri che sia una strategia vincente.
Anche perché adesso c'è da evitare che l'Inter vada ancora una volta in letargo invernale, come succede da troppe stagioni, persino in quelle iniziate benissimo, ma con una specie di maledizione degli anni dispari. Due anni fa con Luciano Spalletti in panchina e un brillante primo posto difeso fino alla 16.a giornata con un pari (0-0) in casa della Juve, prima di scivolare pesantemente a San Siro contro l'Udinese (1-3) alla 17.a per ritrovarsi terzi e iniziare la parabola discendente.
E quattro anni fa con Mancini alla guida e un primato durato fino alla 18.a giornata, prima di pagare il doppio ko interno con Lazio e Sassuolo. Insomma, più che dei giornali, l'Inter farebbe meglio a preoccuparsi di certe abitudini.
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