La solitudine di CR7 e l'attesa di un'altra Signora

La confessione alla mamma: «Non posso fare i miracoli». Ma tra un anno vuole riprovarci

La solitudine di CR7 e l'attesa di un'altra Signora

La solitudine di Cristiano Ronaldo. Dentro e fuori dal campo. Il solo bianconero capace di fare gol in Champions league nella fase a eliminazione diretta: cinque reti in quattro partite. Il suo l'ha fatto, eccome. A partire da quel recupero straordinario dopo l'infortunio alla coscia destra. Ce l'ha fatta ad esserci contro l'Ajax. A mancare è stata la Juventus. Che l'ha lasciato solo a farsi «scherzare» dai ragazzini dell'Ajax. Da solo ha infilato il tunnel degli spogliatoi al fischio finale; da solo ha attraversato la mixed zone dello Stadium mentre Andrea Agnelli ci metteva la faccia davanti alle telecamere. Gli sguardi tra il presidente e il marziano non si sono incrociati. Deluso e arrabbiato, perché è stata la notte in cui Cristiano Ronaldo ha preso coscienza delle carenze caratteriali più che strutturali della Juventus. L'Ajax ha smascherato i limiti di una Signora, che Ronaldo aveva nascosto con tre tocchi di trucco con l'Atletico Madrid. La sorella ha esplicitato il pensiero di tanti: «Tu hai fatto la tua parte». Mentre mamma Dolores ha rivelato al giornale portoghese A Bola: «Era triste. Cosa mi ha detto? Mamma, non faccio i miracoli. Voleva andare in finale. Ci proverà il prossimo anno». Parole che sembrano allontanare la paura di un addio di Cristiano Ronaldo, ventilata già nei corridoi dello Stadium, dopo l'incubo della eliminazione.

CR7 ci vuole riprovare, ma qualcosa, molto, deve cambiare. Ha accettato la sfida di portare la Champions League a Torino. Dopo la tripletta all'Atletico Madrid non aveva esitato a dire: «Mi hanno preso per questo». Lo ha ribadito con le due testate con cui ha provato ad affondare l'Ajax. Il suo silenzio social ha fatto rumore, alimentato scenari clamorosi come quello dell'addio. Di sicuro è un momento di riflessione per un giocatore che dal 2010 non mancava mai l'appuntamento almeno con le semifinali di Champions League. L'ossessione della Juventus non ha trasformato il marziano in umano, ma nemmeno Cristiano Ronaldo può vincere da solo. La riprova è che quattro anni fa fu eliminato contro i bianconeri. Lui che conosce il calcio, specialista della Champions, sa che si può fallire. Difficile pensare che possa arrendersi così facilmente. Che non rilanci la sfida, anche se nella sua maniacale ricerca della perfezione non gli può andare bene la Juventus di questa Champions. Quattro sconfitte in dieci partite. Non era questa la Signora promessa.

E così ecco alimentare tentazioni di fuga, sempre che ci siano. Perché quando si viene lasciati soli, i pensieri si fanno pericolosi e possono portare lontano. L'Atletico Madrid e l'Ajax insegnano: Cristiano i miracoli li fa, ma non da solo.

DPis

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