Ha ragione Paolo Maldini: con i giovani bisogna avere pazienza. Ne è plastica conferma la mezz'ora di Rafael Leao, classe 1999, diamante grezzo, portoghese come CR7, pagato una fortuna l'estate scorsa (38 milioni) e rimasto in qualche modo chiuso nel bozzolo dall'exploit di Rebic. Poche apparizioni, spesso dalla panchina con la voglia di stupire e di fare gol, come a Lecce e a Genova con la Samp. In quella frazione di primo tempo provoca il golletto iniziale (lui timbra il palo, Klavan la butta dentro) ma più tardi con una rovesciata spettacolare scheggia la traversa: sarebbe stato il gol più bello del post covid senza dubbio. Dalla panchina, in mancanza di pubblico, gli arrivano applausi a scena aperta. Infine, al culmine dell'ennesimo prepotente scatto, si ferma per insulto muscolare e cede il posto a Bonaventura che può accomiatarsi da San Siro milanista.
A far notizia, nel frattempo, provvede Ibrahimovic che prima del tè caldo, su rigore (deviazione di braccio di Ceppitelli) esalta la bravura di Cragno, portiere del Cagliari reduce da una stagione di tormenti fisici. Lui si applaude da solo ma forse il riconoscimento è per il giovane e promettente rivale, capace di frenare in presa d'acciaio, la sua staffilata. Naturalmente Ibra è un cliente pericolosissimo specie quando deve far dimenticare un errore. Così, nella ripresa provvede da solo con una sassata all'incrocio ad apparecchiare il 2 a 0 che è la premessa per chiudere i conti due minuti dopo con la rasoiata di Castillejo. Chiude così a quota 10: l'ultimo 39enne fu Pioli nel '51-'52. Ecco un'altra qualità di questo Milan, protagonista di una cavalcata incredibile, da Lecce fino a ieri sera: 12 partite senza mai perdere, colmando la lacuna del gol, migliorando nettamente la tenuta difensiva e smerigliando la forma. Non fa in tempo ad arrivare quinto d'accordo ma è tutto il resto a rendere più che promettente quest'estate rossonera. Zenga saluta con una sconfitta rotonda. Dalle parti di Cagliari non ha raccolto molta stima e lui se ne duole visibilmente. «Non sarà facile la trattativa ma Ibra fa parte del progetto»: il sigillo di Paolo Maldini sul Milan che verrà conferma piani pubblici e segreti, tutti scanditi dall'unità d'intenti tra proprietà e area tecnico, «senza non sarei rimasto» è la precisione dell'ex capitano che segnala anche la data decisiva del cambio di passo del gruppo. «Si sono sbloccati dopo il lock down, nel calcio serve pazienza» insiste. La pazienza di Gazidis s'è vista. Oltre a Ibra, c'è anche spazio per la promozione di Dida, come preparatore dei portieri dopo l'apprendistato nel settore giovanile.
Turci torna a lavorare con Giampaolo candidato alla panchina del Toro: così il club può risparmiare altri 6-7 milioni che aggiunti ai 24 incassati da Suso fanno un bel tesoretto. Di qui l'interesse per alcuni nomi tipo Milenkovic (difensore), Vlahovic (attaccante), più Bakayoko (centrocampista).
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