Spadafora Vincenzo, da Afragola, più che ministro, dello sport, è un personaggio pirandelliano, Uno, nessuno, centomila. È capace di dire tutto e niente, è abile nelle inversioni di marcia improvvise ed impreviste.
Sabato sette marzo, in pieno dramma virus, il consiglio dei ministri firmò il primo, famoso decreto, con il quale si impedivano moltissime attività, spostamenti e, per il calcio, si imponevano le porte chiuse.
Al consiglio partecipò anche lo Spadafora di cui sopra che, al mattino susseguente, prima del fischio di inizio dell'anticipo di serie A tra Parma e Spal, sollecitato dal presidente del sindacato calciatori, Tommasi Damiano, molto più convincente di Conte Giuseppe, invitò arbitri e squadre a non scendere in campo, per poi ripensarci, qualche minuto dopo, e concedere il fischio di inizio alla più grottesca delle giornate.
Non è finita. Mercoledì sera, il Premier ha annunciato che fino al 13 di aprile nessuna squadra di professionisti potrà allenarsi ma lo stesso Spadafora ha aggiunto che il campionato riprenderà il 20 maggio, non so in base a qualche criterio o forse consultando chissà quale calendario, tipo l'Ogino Knaus, come ai bei tempi del controllo delle nascite. Oggi si è travestito da Malagò e ha incominciato a consultare e ricevere le varie federazioni sportive, illuminandosi di immenso sul tema, annunciando un piano di salvataggio che si aggirerà sul mezzo miliardo di euro.
Spadafora non ha colpe specifiche, è un uomo solo al comando, si fa per dire, il suo curriculum sportivo non presenta medaglie, trofei e argenti vari come la sua collega francese, ministro/a dello Sport, Maracineanu, ex nuotatrice
argento alle Olimpiadi di Sidney, così tanto per dire. Ma non è questo il problema, ci sono altri compagni di avventura del ministro con analoghe lacune o imperizie nel settore di competenza. Ci si rilegge al prossimo annuncio.
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