Coronavirus

Spadafora: "Non do per certi né la ripresa della Serie A né degli allenamenti il 4 maggio"

Il ministro dello sport Spadafora ha frenato gli entusiasmi circa una ripartenza degli allenamenti e poi della Serie A: "Non si potrà riprendere se prima non ci saranno le condizioni per il Paese"

Spadafora: "Non do per certi né la ripresa della Serie A né degli allenamenti il 4 maggio"

Vincenzo Spadafora, ospite del Tg di Rai 2, ha toccato diversi argomenti tra cui anche la ripresa degli allenamenti e il campionato di Serie A. Il ministro dello sport, però, non si è voluto sbottonare lasciando tutti gli appassionati di calcio e di sport con il fiato sospeso: "Io avrò un incontro mercoledì in cui la Figc mi presenterà il protocollo, prevalentemente per gli allenamenti. Io oggi non do per certo né l'avvio del campionato né degli allenamenti il 4 maggio, se prima non esistono le condizioni per il Paese", questo il commento del ministro.

Spadafora ha poi parlato di un altro argomento delicato, quello del taglio stipendi: "Non entro nel valore etico dei compensi, ma il mondo del calcio e della Serie A è un mondo che vive in maniera molto diversa dal resto degli sport e dal resto degli italiani. Ogni società sta contrattando in modo diverso con i propri giocatori le riduzioni. Inevitabilmente il mondo del calcio dovrà riprendere, ma oggi non si può dare per certa nessuna riapertura se prima non ci sono le condizioni per il paese".

Lega Serie A compatta

Il consiglio di Lega Serie A ha, però, confermato nella giornata di oggi all'unanimità l'intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, sempre qualora il Governo ne consenta lo svolgimento. Questa la nota ufficiale: "La ripresa dell'attività sportiva, nella cosiddetta Fase 2, avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc nonché in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e di tutti gli addetti ai lavori".

Sette club, però, sarebbero in teoria contrari alla ripresa e alla conclusione del campionato per l'alto rischio di contagio da parte di calciatori, membri dello staff e tutti gli altri tesserati: "L’assunzione del rischio di un fatto non più imprevedibile potrebbe ricadere sul club che si è assunto il rischio di prosecuzione pur in presenza di un rischio incalcolabile”, questi club contrari alla ripresa sarebbero Spal, Brescia, Sampdoria, Genaoa, Cagliari, Udinese e Torino.

La posizione dell'Aic

L'associazione italiana calciatori ha rotto il silenzio e ha ammesso come i calciatori siano pronti a scendere in campo ma in totale sicurezza e senza nessun favoritismo: "I calciatori italiani vogliono tornare al più presto in campo con le più ampie garanzie di sicurezza per tutti gli addetti ai lavori, senza apparire privilegiati o usufruire di corsie preferenziali sui controlli medico sanitari".

Il diretto dell'Aic dopo aver esaminato il protocollo della commissione medica della Figc ha dato la sua opinione definitiva in merito: "La volontà dei calciatori e delle calciatrici è, e sarà sempre, quella di tornare al più presto in campo con le più ampie garanzie di sicurezza per tutti gli addetti ai lavori. Un aspetto, molto sentito dall'intero Consiglio, riguarda l'attuale contesto del Paese che, seppur con intensità diversa da regione a regione, è ancora in una fase emergenziale".

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