La Spal obbliga la Juve a tornare in HD

Higuain e Dybala a segno in coppia. Il var annulla il possibile 2-2 ferrarese

La Spal obbliga la Juve a tornare in HD

Ha preso gol anche ieri, la Juventus. Il nono in dieci partite di campionato. La qual cosa ha ovviamente fatto arrabbiare Allegri, tenuto conto che nei match finora disputati la porta bianconera è rimasta imbattuta solo quattro volte (contro Cagliari, Chievo, Fiorentina e Torino).

I bianconeri però non potevano non battere la Spal, proprio no. Che tuttavia, da povera del calcio nostrano, ha fatto la sua onesta figura. Con pochi mezzi, tanta buona volontà e altrettanta pochezza tecnica ma buona organizzazione, almeno in fase di non possesso la squadra di Semplici ha finito il primo tempo sotto 2-1 e a inizio ripresa ha rischiato' anche di pareggiare, vedendosi però annullare il possibile 2-2 di Oikonomou per un fuorigioco (certificato dal Var) di Paloschi. Insomma: la Juventus (infine vincitrice 4-1) ha provato a complicarsi la vita, ma alla fine ha portato a casa i tre punti che proprio non avrebbero potuto sfuggirle. Con i tre mancini contemporaneamente in campo (Bernardeschi, Douglas Costa e Dybala), Allegri si era garantito una giusta dose di follia fin dal fischio d'inizio. E dopo meno di un quarto d'ora il match era già stato indirizzato grazie a una combinazione tra i tre sinistrorsi: azione cominciata sulla destra dalla Joya, ricamo di prima intenzione di Douglas Costa, controllo e palleggio al volo dell'ex viola e palla all'incrocio opposto. Gol che, come si dice, valeva da solo il prezzo del biglietto e seconda rete personale di Bernardeschi in bianconero dopo all'Atalanta. Avrebbe potuto e dovuto essere l'inizio di una goleada, tanta era l'ovvia e inevitabile differenza di valori in campo. E, in effetti, tempo dieci minuti e la Signora raddoppiava: punizione gioiello di Dybala dal limite e tanti saluti alla crisi personale, tredicesimo gol stagionale e undicesimo in campionato. Stadium esaltato, piccolo gesto di liberazione e curva Sud una cui parte aveva cantato l'inno di Mameli mentre, prima del via, veniva letto un brano del Diario di Anna Frank dall'ebraista Corradini ai suoi piedi.

Tutto facile. Nel ricordo della Juventus che fu. Quella che, quando passava in vantaggio e per di più in casa, non mollava la preda nemmeno sotto le cannonate. Questa, invece, è di tutt'altra pasta. Più insicura. Meno compatta. Pronta a sfaldarsi, magari per un semplice calo di concentrazione.

Che arrivava già prima di metà gara quando, su azione d'angolo, Mattiello (scuola juventina) buttava palla dentro e Paloschi sbucava dietro le spalle di Lichtsteiner battendo così Szczesny. Allegri non la prendeva benissimo, diventando ancor più una furia a inizio ripresa vedendo la sua difesa di nuovo in bambola sull'azione già descritta e, prima ancora, su un taglio verticale di Paloschi. Poi, ovviamente, i campioni d'Italia inserivano il pilota automatico e filavano via verso il traguardo: gol numero 99 in serie A di Higuain (nel finale si sarebbe visto annullare il centesimo, per fuorigioco), rete di Cuadrado e tutti contenti.

Compreso Marchisio, che rivedeva il campo oltre due mesi dopo lo stop per i problemi al ginocchio.

Serata insomma finita in archivio come da programma. Con però qualche esagerato calo di concentrazione che anche nel finale faceva ammattire Allegri. Tra due giorni, a San Siro, sotto con il Milan.

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