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Spezia, dopo la storia è il futuro da scrivere

Il patron Volpi indeciso se restare o vendere. In dubbio anche il tecnico Italiano

Tra le bombe e con la paura dei rastrellamenti, i Vigili del fuoco della Spezia vinsero un titolo mai del tutto omologato. Era il 1944 e dal dopoguerra in poi, la squadra diventata Spezia, maglia bianca e aquila come simbolo, ha sempre vivacchiato tra dilettanti, serie C e B, dal 2012 con quel tricolore riconosciuto dalla Figc che campeggia sulla maglia. E dall'altra sera ha scritto una pagina di storia: la serie A. Un trionfo, al termine di una stagione pazzesca per lo Spezia, sofferta ed intensa e forse per questo ancora più bella.

Basti pensare a cosa accadde alla sesta giornata. Il Trapani espugna il Picco, Spezia ultimo con soli 4 punti e il caldissimo pubblico spezzino in rivolta. Contestazione, voglia di maggiore impegno della squadra e richiesta di esonero per mister Italiano. Coi tifosi parla il ds Angelozzi che assicura: «Italiano farà una grande carriera e noi andremo ai play off, lo dico oggi che siamo ultimi». Ha avuto ragione. Spezia ai play off da terzo della classe e grazie al piazzamento, e alla vittoria dell'andata per 1-0, la sconfitta casalinga col Frosinone non ha fatto alcun male. Anzi. Il popolo spezzino si è riversato in strada per una festa durata tutta la notte, alla faccia di ogni norma sul distanziamento anti covid.

Cori e applausi per tutti, dal tecnico ora corteggiato dal Genoa e non solo, al patron Volpi che ha assistito al trionfo dal suo Yacht per scaramanzia, fino a tutti i giocatori. Ma uno in particolare. Giulio Maggiore, centrocampista classe 1998 è infatti il simbolo di questa squadra. Lui, spezzino purosangue e da sempre tifoso delle Aquile non solo è stato decisivo per le sue 34 presenze, 2 gol e 6 assist in questa stagione ma soprattutto incarnando appieno lo spirito di una squadra e di una città. Lui, scelto dal Milan a 14 anni ma che decise di tornare a casa perché non si sentiva pronto. Lui che nell'estate del 2017 rifiutò la convocazione per il Mondiale con l'Italia under 20 perché altrimenti avrebbe perso l'esame di maturità rischiando di compromettere il suo percorso scolastico. Ancora lui che in questi due anni ha rifiutato varie offerte per rimanere fedele al suo Spezia e che ora, che è stabilmente nel giro dell'under 21, porterà nella massima serie. Da leader indiscusso.

Punto fermo di una squadra che al momento ha il patron indeciso se restare o cedere, l'allenatore col futuro incerto, ma una piazza entusiasta che non vede l'ora di portare il nome di Spezia in giro per la A.

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