Calcio

Lo spirito di Gianluca e la difesa da ritrovare

Lo spirito di Gianluca e la difesa da ritrovare

Ci fosse stato ancora Gianluca Vialli qui con noi, gli avremmo chiesto parole di conforto prima di battezzare questo 2023 azzurro con il viaggio a Napoli per ritrovare il rivale preferito, l'Inghilterra che ci ha regalato il trofeo di Wembley. Ci fosse stato Gianluca Vialli qui con noi, sotto voce, gli avremmo chiesto anche un parere sulla convocazione di questo giovanotto argentino con lontane radici siciliane e una spiegazione a quella che molti definiscono una mancinata, e cioè la convocazione del 17enne Pafundi mentre sono rimasti a casa, per motivi diversi probabilmente, Pinamonti e Kean che nella Juve di Allegri continua ad alternare qualche colpo di testa (contro la Roma) a qualche buona esibizione.

Gianluca Vialli non c'è qui con noi, stasera a Napoli lo ricorderanno con suggestiva manifestazione d'affetto, ma di sicuro avrebbe condiviso del suo sodale Mancini tutte le scelte, spesso discusse in privato, mai in pubblico. E allora, al netto di quella che è la condizione attuale del calcio azzurro, bisogna cambiare registro e ripartire da quella che fu la forza travolgente dell'Italia di Wembley per tracciare un nuovo profilo della stagione. E secondo copione classico, è il caso di cominciare proprio da dove fu piantato il seme di quella strepitosa vittoria, cioè dalla difesa.

Diciamolo chiaramente perché se vuoi bene alla Nazionale non puoi raccontare favole: la difesa fu lo scrigno inviolabile di Mancini e Vialli durante l'europeo del 2021. Donnarumma parò il rigore indispensabile, ma prima di lui Bonucci e Chiellini imbullonarono il reparto così da lasciare agli inglesi solo il primo varco a sinistra sfruttato da Shaw e nient'altro. Nel frattempo Donnarumma, a Parigi, viene scorticato vivo dai media che si occupano del Psg, Chiellini è finito negli Usa a insegnare calcio, Bonucci è ko e in circolazione mancano degli eredi degni di quella magnifica coppia di professori universitari.

Ecco: forse il calcio italiano ha bisogno anche di affidabili difensori oltre che di un centravanti di anagrafe tricolore.

L'unica consolazione è che in porta dietro Donnarumma c'è una bella e agguerrita concorrenza (Vicario, Perin, Carnesecchi), dietro Bonucci per ora poche tracce.

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