Lunedì scorso un tifoso argentino è stato fermato all'aeroporto di San Paolo dalla Polizia Federale. Veniva da Rosario in Argentina, era diretto a Rio de Janeiro. È stato riconosciuto e identificato ai banchi dell'immigrazione come membro del gruppo Barra-brava, tra le tifoserie più violente al mondo. È atterrato alle 9 del mattino e alle 22 era già su un aereo di ritorno a casa. Rispedito al mittente, insomma.
Questo perché nel Sistema nazionale brasiliano dei ricercati la Polizia federale ha registrato i nomi di 2.100 barra-bravas proprio per impedire loro l'accesso alla Coppa Del Mondo. Nella lista nera sono finiti anche i nomi di 700 persone condannate per violenza sessuale e pedofilia, oltre a quelli che già comparivano nei registri dell'Interpol. La polizia brasiliana avrebbe voluto interdire l'accesso anche alle tifoserie violente inglesi, gli hooligans, italiane e olandesi, ma i colleghi stranieri si sono rifiutati di fornire i dati.
Ad ogni modo a Brasilia è stato attivato un centro di cooperazione Internazionale che riunisce le forze di polizia di tutte le 31 nazioni coinvolte nel Mondiale. La struttura mette a disposizione degli agenti 34 schermi in cui convergono informazioni, dati e immagini di quartieri, hotel, stadi e aeroporti delle città brasiliane che ospitano le partite di Coppa.
Non solo.
All'intelligence brasiliana, Abin, il compito di incrociare i dati delle 300mila persone iscritte all'evento Fifa per agevolare l'identificazione di eventuali soggetti segnalati dalla giustizia, dalla polizia o dalla stessa Abin. Una volta raccolti i dati tocca alla Fifa decidere chi ha accesso agli stadi e chi resta fuori. Inoltre diversi agenti dell'Abin in borghese presidiano gli stadi dall'interno per prevenire e gestire eventuali problemi di sicurezza.
Per alcune delegazioni, 7 per la precisione, l'intelligence brasiliana ha adottato un piano di monitoraggio speciale che prevede l'impiego di una task force più nutrita ed esclusiva. Si tratta di gruppi cosiddetti «ad alto rischio sicurezza». Tra questi gli Stati Uniti ritenuti pericolosi per l'elevato grado di rischio terrorismo. La partita più critica, secondo l'Abin, sarà quella da giocare a Natal tra Stati Uniti e Iran.
Allerta massima anche per strada nelle grandi città. A Rio de Janeiro sono distribuiti circa 8mila agenti di polizia militare in più al giorno, oltre all'ordinario effettivo. Coinvolte le truppe delle unità operative speciali come il Battaglione Choque e il Bope, la polizia turistica, i cani molecolari e il raggruppamento speciale di polizia da stadio. Quasi 800 le vetture previste in circolazione; 5 imbarcazioni e altrettante aeronavi hanno a disposizione un sistema video interno in grado di trasmettere immagini e dati in tempo reale al Centro Integrato di Comando e Controllo di Rio de Janeiro. Duemila gli agenti di polizia militare che presidiano il perimetro del Maracanà. Sotto controllo anche linee ferroviarie e metropolitane, alberghi e aeroporti.
Più che un evento sportivo, quello della Coppa brasiliana, sembra un campo di battaglia. D'altronde il paese è ancora uno dei più pericolosi al mondo e il tasso di criminalità si attesta tra i più alti in classifica. Il Presidente Dilma Roussef non può permettersi figuracce e per questo ha schierato la taskforce più nutrita e addestrata di sempre. Quasi la stessa impiegata per la visita di Papa Francesco. «Saremo all'altezza di questo grande evento», continua a ripetere in mondovisione. «I pessimisti, quelli che hanno sempre e solo criticato e protestato, hanno già perso la partita.
Chissà se ha ragione. Per il momento la sola certezza è che il Brasile è cambiato. La gente in piazza ha dimostrato che un Mondiale non vale tutti i diritti e che di solo pallone non si campa.
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