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Roma col gol fantasma. Arbitro contro assistente

I giallorossi vincono a Udine con una rete contestatissima di Astori. Il fischietto Guida ignora i consigli del collega. E ai friulani manca anche un rigore

Il gol-fantasma della Roma a Udine
Il gol-fantasma della Roma a Udine

Era destino che lo spot più incisivo per l'aiuto della tecnologia sui gol-non gol arrivasse proprio nella patria (lo stadio Friuli di Udine) della sperimentazione della «medicina» per le reti fantasma. È una questione di millimetri stabilire se quel colpo di testa di Astori abbia o meno varcato la linea di porta, con tanto di dibattito e immagini da varie angolazioni che fugano solo parzialmente tutti i dubbi. Che non sembra avere invece l'arbitro Guida, pronto ad assegnare il gol risultato decisivo a favore della Roma anche contro il parere dell'addizionale d'area Maresca, in teoria più vicino all'azione «incriminata».

Il nuovo episodio contestato consente subito due riflessioni: la battaglia del presidente Figc Tavecchio, che vuole introdurre la tecnologia nella prossima stagione allineando la serie A alla Premier League, riceve un punto a favore; gli arbitri d'area, pallino del numero uno Uefa Platini, potrebbero essere messi in pensione almeno in Italia, anche al netto dei costi a partita (vedi pezzo sotto). Ipotesi sposata nella pancia del Friuli da Stramaccioni: «Se era gol e se l'arbitro è sempre sovrano, leviamo l'assistente di porta perchè in questo caso c'è un errore strutturale».

Il tema resta caldo e ieri ha creato addirittura una sorta di corto circuito mediatico a Palazzo Chigi, con un tweet comparso sul profilo del premier Renzi («Parlare di furto è stravolgimento della realtà», il messaggio in risposta ad una provocazione dell'ex portavoce Agnoletti che ai tifosi romanisti parlava di furto) ma che poi la Presidenza del Consiglio ha attribuito ad un suo collaboratore, provvedendo a cancellarlo.

L'ad del Milan Galliani ha approfittato dell'occasione per ricordare il «caso analogo di Rami, al quale fu negato un gol» sempre contro l'Udinese, e per sollecitare l'adozione dell'«occhio di falco». Rudi Garcia, che proprio in settimana si era espresso sull'aiuto tecnologico da dare ai direttori di gara partendo dagli errori di Rocchi in Juve-Roma, coglie la palla al balzo: «Il gol c'è, ma se ci fosse una conferma sicura sarebbe meglio specie per gli arbitri». Molto più duro il presidente dell'Udinese Pozzo che chiede la tecnologia ma va giù duro sul tecnico della Roma: «È da più di un mese che martella per delle ingiustizie arbitrali. Credo abbia raggiunto i frutti di questo lavoro, ha cominciato a fare il furbo all'italiana. La moviola servirebbe a ciò».

E alla fine l'Udinese è forse più arrabbiata per quel rigore non concesso a Kone (fallo di un Emanuelson schierato nell'emergenza e destinato all'Atalanta) nel finale che non per il gol fantasma. «Un altro episodio che ha deciso una partita molto equilibrata, ma siamo sfortunati come diceva anche il quarto uomo alla fine», così Stramaccioni. Al netto delle polemiche, restano i tre punti pesanti nella corsa scudetto per la Roma - che spezza il tabù del dopo sosta natalizia: non vinceva all'Epifania dal 2002 -, arrivati con il primo gol in giallorosso del difensore Astori, dodicesimo calciatore della rosa a segnare in campionato. A conferma della teoria di Garcia: «Non mi serve un attaccante da 25 gol, sono più contento se segnano più giocatori». Motivo per il quale Destro resta ancora in panchina (chiederà di essere ceduto?).

La Roma si avvicina al derby senza squalificati, con Totti e Maicon sotto tono, con Nainggolan (ieri in panchina) più riposato e Strootman in crescita come De Rossi, ma anche con un Ljajic acciaccato (contusione al ginocchio).

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