Se la giocherà, eccome, il Frosinone. A dieci giornate dalla fine i ciociari in giallo sono a 26 punti. La salvezza è a un tiro di schioppo. Lì, un punticino più in alto, dove è impantanato il Palermo del feroce Zamparini. Chi l'avrebbe detto? Eppure ne è passata di acqua dal deprimente 1-5 di gennaio contro il Napoli. E invece eccolo qui il Frosinone di Roberto Stellone, neo panchina d'argento, che ad aprile avrà lo scontro diretto in casa contro i siciliani. Di lui dicono che è simpatico e preparatissimo. A 38 anni ha già capito come funziona. Sarai pure una provinciale, ma se ti metti dietro a fare barricate e a lanciare lungo non arrivi lontano.
E così si è messo a studiare gli spagnoli per giocarsela anche se apparentemente non ci sarebbe partita. E a mettere il pallone al centro del campo al posto di pesi e pedane. Figlio d'arte (suo padre Gaetano ha giocato come attaccante in Serie C negli anni Settanta, vestendo anche le maglie di Pescara, Messina e Barletta) Roberto Stellone, romano col vizio di farsi cresce ogni tanto la barba, è cresciuto calcisticamente nella Lodigiani: il suo esordio in prima squadra risale alla stagione 1993-94.
Ha calcato i campi di A con Napoli, Reggina e Torino. Poi nel 2012 ha accettato la scommessa della società laziale alla sua prima avventura da allenatore. Settimo il primo anno in Lega Pro, secondo e promosso nel 2014, secondo e promosso nel 2015. Il 28 giugno 2011 ha annunciato il ritiro dal calcio giocato. In panchina si trova a suo agio. È un motivatore eccezionale e gli piace scrutare l'avversario, spiegare pregi e difetti. Ma solo per informare, perché poi lui vuole sempre che sia il Frosinone a fare la partita, a vincere. Maniacale lo è, ci mancherebbe. Famigerate le sue tabelle di marcia. A inizio anno raduna la squadra e sentenzia: «Ragazzi, non si scappa, qui dobbiamo fare tot vittorie e tot pareggi e così vinciamo il campionato».
Durante la stagione martella fino a che la matematica non lo costringe a rientrare nei ranghi.Per rimanere nel paradiso della A la tabella prevede una dozzina di punti. Ma Roberto Stellone un miracolo lo aveva già compiuto l'anno scorso portando per la prima volta in A il Frosinone. Adesso, dopo il 2-0 all'Udinese, i gialloblù hanno il Palermo nel mirino e Atalanta e Udinese (a più 4) vicine.
Ricordavamo Stellone come attaccante di talento, al gol nel debutto in A con la maglia del Napoli (nientemeno che contro la Juventus). Lo ritroviamo maturo, nonostante i 38 anni che fanno di lui il tecnico più giovane della serie A, pronto al prevedibile salto per una panchina prestigiosa. E meritata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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