Una classifica un po' così, diciamo curiosa. È quella dei punti realizzati partendo da situazioni di svantaggio. Domina l'Inter, prima con 10 punti conquistati nella 4 occasioni in cui è andata sotto nelle prime 7 giornate di campionato. Tradotte in minuti, le 4 occasioni (con Verona, Fiorentina, Atalanta e Sassuolo) sommano il 20 per cento del tempo fin qui giocato trascorso in svantaggio. Che è segno di carattere, si potrebbe dire, di chi ha imparato a non mollare mai. Ma anche di approccio errato, che favorisce gli altri. O più realisticamente, di forza della panchina, di organico superiore: quando ci si stanca, entrano i rinforzi e per conseguenza arriva la rimonta. Si sa che i 5 cambi favoriscono le squadre più forti, per questo resteranno anche a Covid superato.
Curiosamente, dopo l'Inter in questa particolare classifica c'è la Lazio, domani avversario dei nerazzurri a Roma. Sarri è andato sotto 6 volte su 7, vincendo 2 e pareggiando altrettante: addirittura 8 punti recuperati sugli 11 complessivi conquistati. Bene anche il Napoli, a quota 6: sotto 2 volte (con Juventus e Fiorentina), ha ovviamente sempre vinto. Una classifica un po' così, dove per fare bene è prima necessario fare male, cioè andare sotto. Ecco perché il Milan, 1 solo punto, è lontanissimo dall'Inter: in vantaggio e poi vincente 6 volte su 7, i rossoneri sono andati sotto una sola volta (contro la Juventus, peraltro al 4') riuscendo a recuperare nel finale. Per conseguenza, il Milan è la squadra che finora ha passato più tempo in vantaggio (il 56% dei minuti giocati) e meno in svantaggio (l'11%, ovvero i 72 di Torino).
Curiosità a parte, il test di Roma è di quelli che contano e misurano la condizione, a 3 giorni dal bivio Champions con lo Sheriff e a 8 dalla sfida sempre speciale contro la Juventus. Domani Inzaghi avrà con sé anche Martinez e Correa, che piomberanno in panchina direttamente dall'Argentina, pronti a dare un aiuto in caso di necessità (e magari migliorare ancora la classifica dei punti in rimonta).
Tutto questo mentre intorno alla squadra, anzi dietro, lontano, in Cina, continua ad aggirarsi la prospettiva della cessione: Papà Zhang tratta la ristrutturazione del debito Suning direttamente col governo di Pechino. Suo figlio Steven non abbandona i tavoli sui quali da mesi ha imbastito la trattativa per vendere l'Inter, sommersa da prestiti e debiti.
Il 28 ottobre, rigorosamente in video conferenza e come sempre lontano da Milano, Zhang jr parteciperà all'assemblea che approverà il passivo shock da 245 milioni, già ratificato dal cda. Tra fine e inizio anno, ogni settimana può essere quella giusta per il passaggio di proprietà.
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