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"Stroppa il nostro Ibra. Ora lo stadio"

Il presidente del Monza, Paolo Berlusconi, e la partita storica: "Spento il telefono e guardato un film..."

"Stroppa il nostro Ibra. Ora lo stadio"

«Ho spento i telefoni e ho guardato un film. Li ho riaccesi solo dopo l'orario dei supplementari. Non potevo sottoporre il mio cuore a patimenti e l'andamento della partita mi ha poi detto che ho fatto la scelta giusta». Paolo Berlusconi ha festeggiato in differita il successo del suo Monza. Il presidente a Pisa non c'era, come invece era successo a Perugia all'ultima di campionato. Troppo coinvolgimento emotivo, troppo stress da gestire prima di vedere i biancorossi varcare la soglia della serie A. «Non è stata una partita di playoff, ma la partita del Monza. Una gara che ha sintetizzato tutta la sua storia. Il 2-0 nei primi minuti, la rimonta, l'illusione di avercela fatta, il gol del Pisa negli ultimi secondi. E i supplementari, dove credo sia stata premiata la lungimiranza di una squadra che ha nella panchina lunga uno dei suoi punti di forza».

Tra i quali c'è però anche Stroppa. «Come Ibra ha influenzato tutti al Milan, convinto com'era di poter vincere lo scudetto, così ha fatto Giovannino in questa promozione: non ha mai perso la sua determinazione. Ma mi piace citare anche Daniela Gozzi, Filippo Antonelli e lo staff». Fa nomi e cognomi, il presidente biancorosso. Senza adagiarsi su una prudenza di facciata. «Anzi, sintetizzerei la vittoria con tre giocatori. Con il nostro portierone (Di Gregorio, ndr), il cui unico difetto è di provenire dall'Inter. Con Dany Mota che non ha mai fatto mancare il suo sorriso: un modo giusto di affrontare il calcio, dandogli la giusta importanza. E con il nostro capocannoniere danese (Gytkjaer), che con 5 gol in 4 gare ai playoff ha stabilito un record, frutto di umiltà e professionalità».

Anche se, spiega Paolo Berlusconi, «è Galliani l'artefice della costruzione di questa squadra. Sapendo della sua esplosione di gioia, l'ho chiamato per chiedergli in quale terapia intensiva si trovasse», scherza. «Ricordiamoci però che il vero locomotore è Silvio. Senza di lui non saremmo mai arrivati. Io sono il presidente, ma lui è il presidentissimo. Condivido i suoi consigli tecnici, come il rifiuto della costruzione dal basso, che le statistiche ci dicono portano al 50% dei casi alla perdita del pallone». È la settimana perfetta, per Berlusconi: «Il Monza in A, lo scudetto al Milan, Ancelotti con la Champions. E, lasciatemelo dire, la sconfitta del Liverpool, che ci ha dato il dolore calcistico più grande».

Il punto giusto, insomma, da cui ripartire: «Per il mercato è presto, ora è il momento della gioia. Pensiamo ai lavori allo stadio, per il quale dobbiamo fare i conti con la necessità di giocare», in vista dell'ampliamento del numero spettatori oggi a 9.999 che gradualmente potrebbero arrivare a una quota massima di 20 o 25mila. «Non abbiamo ancora pensato al prossimo trofeo Berlusconi: lo scorso anno lasciammo il successo sul campo alla Juve, ma dissi che non sempre la vittoria premia la squadra migliore», gioisce ancora Berlusconi. Che nell'immediato ha un altro traguardo da tagliare: l'intitolazione del centro di allenamento di Monzello alla memoria di papà Luigi. «Con i primi giorni di luglio dovremmo farcela. Sarà un grande onore e una grande gioia». Perché la ricerca della felicità è un bel vizio.

E a Monza se ne sono accorti tutti.

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