Un Dieguito alla bosniaca e quello sbagliato in campo

Pjanic segna alla Maradona davanti al vero Pibe (che però non lo vede). Insigne spreca, quanti rimpianti. E Diego: "Purtroppo io non gioco più"

Diego Armando Maradona tra la figlia e la fidanzata Rocio Oliva
Diego Armando Maradona tra la figlia e la fidanzata Rocio Oliva

Quel Diego alla bosniaca avrà conciliato anche il gusto del Diego vero. Miralem Pjanic è un figlio d'arte e si vede, cittadinanze bosniaca e lussemburghese che nulla dicono al buon sangue del pallone. Eppure lui e solo lui ci ha regalato il brivido, il credo nel pallone dei sentimenti ma soprattutto la pelle d'oca per il guizzo che conquista. Magari un'idea sulla Roma del futuro. Strafottente nel modo di giocare, non la strafottenza di un Maradona ma lo steso modo di chiedere al suo piede qualcosa di più e di meglio, niente di rituale o di routine, tutto quanto faccia la diversità. Stavolta è stata una punizione alla Maradona, filante, radente, tagliata e appena sotto la traversa, un'altra volta fu un tiro dell'impossibile. La diversità nel pallone è il bello del football che si scrive all'inglese ma si pensa all'argentina o alla brasiliana. Poi scopri che esiste un Ibra, ma anche un ragazzo bosniaco che, l'altro giorno, ha pianto quando la sua nazionale su è qualificata per il mondiale e ieri sera ha fatto piangere il “canta Napoli” innervato dalla presenza di Maradona che una volta era l'amuleto della buona novella. Oggi è un grassotello dispensatore di pensieri.
Ci fosse Maradona... chissà quanto l'avrà pensato Rafa Benitez. L'aveva detto alla vigilia da buon navigatore degli oceani calcistici. La traversata è ancora lunga gli stava dicendo la sua squadra. E Diego alla fine gli ha dato ragione: «Purtroppo non gioco più». Quei gol mangiati da Pandev e Insigne erano un brutto presagio. Quella punizione calciata da Pjanic, con piedino da angelo custode del buon calcio, il segnale che gli sprechi erano stati ripagati dalla legge pallonara che tutto il mondo conosce: sbaglia e paga. E Maradona stava lassù, sulla tribuna dell'Olimpico appollaiato fra il biondo sfolgorante dei capelli di Dalma la figlia sua e Rocio Oliva l'ultima compagna. La tribuna s'era tutta levata in piedi, spalle al campo quando Diego, el Pibe, magari el piede de oro, era comparso: quasi il popolo dell'Olimpico lo invocasse in campo, altro che lassù sulla tribuna, evasore a piede libero. Piede libero quando la specialità sua era il piede d'oro: per tutto quanto ha prodotto in calcio, danari, sogni ed emozioni nella carriera che tutti ci andiamo sempre a rivedere nei filmati. Perché quel suo calcio non si è visto mai più. Ed oggi guizza e sfugge agli uomini di Equitalia con la stessa disinvolta maestria con cui se la filava da difensori e randellatori di tutto il mondo.
In compenso Diego non ha visto nemmeno quel gol a modo suo, quello che più avrebbe carezzato il suo buon gusto: segnato mentre si beveva una birra, già lontano dalla tribuna, sceicco dell'appeal riverito dalla corte pallonara romana.
Gli occhi sgranati di Pandev, incapace di credere al suo autolesionismo, invece avranno attanagliato anche quelli inorriditi di Maradona. E, certo, non avranno riequilibrato i nervi di Benitez scossi, forse, da tanta dissolutezza pedatoria che, poi, quell'Insigne, il più maradoniano di tutti quanti in campo, ha riesplorato con impaccio pari solo alla svagatezza del suo gioco incanta e sbaglia. In nazionale l'aveva fatta passare per magia. Qui ha confermato che trattasi di dabbenaggine.
Due gol della Roma, nessuno del Napoli, un rigore che inviterà a tutte le divagazioni polemiche, c'era il meglio del calcio di serie A: Napoli sveglio solo nel finale del primo tempo. Roma sempre in partita: calcio semplice ma efficace. Per entrambe tanta paura e un'idea di pressing. Più pressione che pressing. La Roma si è persa gli interpreti del calcio più gustoso, eppur cammina.

Higuain è entrato solo nella ripresa e il Napoli ha smesso di segnare: non gli capitava da marzo. Fra tanti piedi rozzi un solo piede d'oro. Calcio che premia chi gioca meglio e sa tirare in porta. Davanti a Maradona poteva finire solo così. A Napoli i rimpianti, a Roma il piede d'oro.

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