Marcello Di Dio
C'è una «partita fantasma» che il cervellone della Lega di A non aveva previsto quando ha partorito il calendario del campionato. È la partita dei minuti di recupero, novantadue solo nell'ultima giornata. Il tempo di una gara, appunto. E molti di più dei 64 registrati nel turno d'esordio (10 solo in Cagliari-Brescia) e dei 59 del secondo con gli 8 di Juve-Napoli, senza nemmeno un intervento del Var che gli scommettitori ritenevano certo, e Cagliari-Inter.
La domenica appena trascorsa ha vissuto gare infinite a Parma e a Ferrara, dove il recupero tra prima e seconda frazione ha sfiorato il tempo dell'intervallo. Al Tardini sono stati 14 i giri di lancetta supplementari, di cui 12 solo nella ripresa. L'arbitro Pasqua, non nuovo a lunghi consulti con i colleghi in sala Var (a marzo oltre cinque minuti per un episodio di Spal-Sampdoria), ha utilizzato l'ausilio tecnologico per tre volte nel convulso finale. E solo per il rigore dato e poi tolto agli emiliani di D'Aversa - tocco di spalla di Klavan che aveva il braccio largo, con le nuove regole l'arbitro può essere indotto in errore - il colloquio tra il fischietto di Tivoli e il collega Doveri è stato lunghissimo. «Recupero eccessivo? Il Var è stato usato tante volte e per fortuna in modo corretto, ma ci sono state anche 5-6 sostituzioni, il cooling break e altre situazioni di gioco fermo - così il presidente dell'Aia Nicchi -. La macchina Var sta procedendo a passo spedito, se si tolgono gli errori della prima giornata a Firenze e di domenica a Genova, ha dato un grande supporto. L'Italia è un paese particolare, anche nel campo del Var bisogna trovare degli equilibri nella comunicazione perché gli arbitri vanno sostenuti. Il tempo effettivo? In gran parte c'è già, gli orologi ormai si bloccano e ripartono quando riprende il gioco. Resto sorpreso quando si imputa a noi arbitri di non andare al Var o che si impiega troppo a decidere: vorrei ribadire il concetto che l'arbitro al Var lavora in cooperazione con quello in campo e l'operatore tecnico, deve prendere la decisione il prima possibile, non senza però impiegare il tempo necessario per prendere la decisione giusta».
A Ferrara altra maratona: Calvarese ha dovuto recuperare sette minuti alla fine del primo tempo perché impallato da un giocatore della Spal sull'azione del rigore assegnato alla Lazio (il tocco di mano di Tomovic è parso solare, ma solo con l'aiuto del Var il fischietto di Teramo ha assegnato il penalty). Ce ne saranno altri sei dopo il 90', per un totale di tredici (solo uno in meno rispetto a Torino-Lecce di ieri sera). Ma il record assoluto è del 3 aprile scorso a Frosinone: 19 i minuti supplementari, 15 dopo il 90'. Nove ne occorsero a Manganiello e all'assistente Var Di Paolo per concedere il rigore ai ciociari, il «review» più lungo della serie A.
La sensazione è che vivremo ancora maratone di questo tipo. Ma intanto Nicchi promette: «Parlare a fine partita? Quando avremo la «casa Var» potremo dire cosa è successo, perché lì avremo operatori e designatore. Non dovremmo andare molto oltre la fine dell'andata».
Di sicuro non ci sarà a breve in A un fischietto donna: «Quest'anno no, non abbiamo un organico a quei livelli. Una cosa è il calcio femminile, un'altra è quello maschile. Ne abbiamo 1700, di cui una in C e otto in D. A livello assistenti sono a buon livello, non escludo che, in un clima di stadio vivibile, vadano ad arbitrare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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