Supermario gol da show. Milan vince ma che noia

Il Bologna rischia poco, Abbiati di più. La cura Seedorf non funziona ancora

Supermario gol da show. Milan vince ma che noia

Milano - Punto primo: il Milan vince ma non convince affatto. Risolve tutto, alla fine, Mario Balotelli: una sua stella cometa riporta a casa il successo per i rossoneri che possono affrontare adesso la Champions con un grosso sospiro di sollievo. Vince il Milan, castigando un Bologna troppo sciupone a inizio di ripresa, per non farsi tramortire dalla saetta di SuperMario, unica giocata della sera. Silvio Berlusconi, dalla Sardegna, fa sapere di essere in sintonia con tecnico e Galliani ma si tratta di crema sulle ferite di questo Milan che invece di migliorare, sotto la cura dell'olandese, indietreggia in modo pericoloso. Gli gira bene la partita ma la povertà di gioco e occasioni da gol preoccupano più dei soliti buchi difensivi. La novità autentica è la modifica delle panchine, con la creazione di una sopralevata riservata ad allenatore e vice, idea di sicuro targata Seedorf, che ama sentirsi così più vicino al cielo. L'altra novità, decisamente più modesta, riguarda invece il fastidio muscolare denunciato da Zapata durante il riscaldamento (al suo posto Zaccardo, non Mexes, a Napoli addirittura spedito in campo con i gradi di capitano) e la decisione di non far più riposare Kakà. Il resto è una noia mortale. Perché il Bologna sceglie (e cos'altro può fare?) di difendersi nella propria metà-campo per impedire al Milan di arrivare, palla al piede, dalle parti di Curci che infatti subisce, nel corso della prima frazione, un paio di tiri dalla media distanza non particolarmente complicati da domare. Diversa sorte tocca invece ad Abbiati, protagonista della parata della sera, su colpo di testa di Krhin indirizzato sotto la traversa , a dimostrazione che non è il numero degli attaccanti schierati a determinare bellezza ed efficacia del gioco. Nel Milan non decolla, anzi non si vede proprio nonostante i ripetuti suggerimenti provenienti da Clarence. Anzi Honda subisce i primi fischi dal pubblico di casa perché lì, defilato a destra risulta imbottigliato, Kakà non si libera quasi mai del mastino, Balotelli non respira nemmeno in un vagone affollato della metropolitana che è l'area di rigore bolognese, solo Taarabt raccoglie consensi.

L'intervallo suggerisce a Ballardini l'idea di affondare i colpi, vista la modestia del rivale. Non ha l'arma letale del contropiede, d'accordo ma può mettere il naso fuori dall'uscio e provare ad artigliare un altro colpaccio, dopo quello col Toro. E infatti dai blocchi della ripresa sgabbia il Bologna, a sorpresa, mancando nel volgere di tre minuti almeno tre polpose occasioni: una volta sbava Cristaldo, una volta vola Abbiati sul destro del greco dal cognome lunghissimo, infine Bianchi sfiora il palo lontano. E il Bologna non ha contropiedisti, figuriamoci la pacchia dell'Atletico Madrid tra cinque giorni. I primi cambi di Seedorf (Muntari per De Jong, Pazzini per lo spento Honda e Poli per Kakà spolpato) sono un tentativo di recuperare gamba e peso in attacco ma le conseguenze sono deludenti. Perché la velocità non appartiene a questo Milan e nemmeno la capacità di saltare, nell'uno contro uno, l'avversario: così l'unica risorsa resta lo scontato cross. A Balotelli non arriva un pallone degno per tutta la sera e allora Mario a quel punto o s'inventa qualcosa, oppure meglio chiudere bottega. E infatti a pochi minuti dalla sirena, Mario, da trenta metri, decide di dar prova del suo talento balistico che è qualcosa di prodigioso.

Scarica col destro un fulmine che s'infila sotto la traversa, facendo precipitare nella disperazione tutto il Bologna. Mario non festeggia, come se avesse qualche rospo in gola. Di sicuro ha tolto Seedorf dai pasticci. Ma se il migliore del Milan è Abbiati, il portiere, qualche problema c'è.

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