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"Tanti Golia ma la piccola Italia ha la testa giusta per esaltarsi"

Oggi l'Italbasket debutta al Mondiale contro le Filippine

"Tanti Golia ma la piccola Italia ha la testa giusta per esaltarsi"

Domenico Latagliata

Carlo Recalcati, oltre ad avere guidato l'Italia all'argento olimpico di Atene 2004, è stato l'ultimo ct a pilotare gli azzurri ai Mondiali nel 2006.

Oggi l'Italia esordisce ai Mondiali in Cina con le Filippine: cosa possiamo aspettarci?

«Di passare il girone e qualificarci per il preolimpico di Tokyo 2020, inutile andare troppo in là con sogni e aspettative. Dobbiamo prendere atto di non essere al livello almeno delle migliori 5-6. Serve realismo: se lo si ha, è poi possibile mascherare i propri limiti esaltando le proprie qualità».

Nello specifico?

«Ognuno deve fare un passo verso l'altro rinunciando alla gloria personale. Se per esempio abbiamo in campo un grande attaccante, dobbiamo tutelarlo in difesa tappandone i buchi. Quando ero giocatore, magari segnavo 30 punti, ma senza l'aiuto dei miei compagni sarebbero serviti a poco».

Le pare che in questa Italia ci sia l'atteggiamento giusto?

«Ultimamente si è visto qualche passo avanti anche se Sacchetti, a causa degli infortuni, ha avuto poco tempo per trovare i giusti equilibri. Però dobbiamo confidare nell'intelligenza dei giocatori. Per fare un esempio, con Gallinari e Datome in campo, Gentile deve sapere che cambieranno minutaggio e gestione dei possessi».

Nel corso dell'estate non sono mancate le polemiche: dall'esclusione immediata di Tonut e Polonara al taglio' di Aradori fino alla sorpresa di non vedere nei dodici Brian Sacchetti, figlio del ct.

«Aradori può avere sbagliato nel modo di reagire, ma è normale abbia patito il taglio. Tonut e Polonara, con tutto il rispetto, non avrebbero inciso sulle potenzialità della squadra. Va anche ribadito che nella chimica di un gruppo non sempre entrano tutti i più talentuosi. Io agli Europei svedesi del 2003 lasciai a casa Pozzecco per portare Lamma, in quel momento più funzionale al progetto: arrivammo terzi, per la cronaca. L'anno dopo, ai Giochi di Atene, scelsi invece Gianmarco e vincemmo l'argento».

Lo small ball di Sacchetti può funzionare anche in campo internazionale?

«A parte Tessitori, non abbiamo veri lunghi. Dobbiamo arrangiarci: se avremo la testa giusta, arriveremo al preolimpico anche giocando piccoli. Non dovessimo farcela, il fallimento sarebbe totale».

Quindi, Gallinari usato da 5 tattico la convince?

«Certo. Il basket moderno va in quella direzione e possiamo giocare tranquillamente con due 4 insieme come il Gallo e Brooks. Lo fanno in tanti, a tutti i livelli».

Gli azzurri Under 16 hanno vinto il bronzo europeo: c'è speranza per il futuro?

«Sì, ma dobbiamo trovare il modo di aumentare il numero dei giocatori di medio livello. La Spagna, tanto per dire, si presenta senza Mirotic, Pau Gasol e Rodriguez, eppure sarà ugualmente competitiva per il successo finale. Noi invece siamo legati ai soliti noti: ci mancano giocatori di livello internazionale».

In preparazione, gli Stati Uniti sono stati battuti dall'Australia e, complici le tante assenze, non sembrano imbattibili: quali le sue favorite per le medaglie?

«Serbia, Stati Uniti, Spagna e Francia».

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