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Il Tas annulla la squalifica a 28 russi

Il tribunale di Losanna riabilita molti sospesi. Putin esulta, ora ai Giochi?

Il Tas annulla la squalifica a 28 russi

«Le prove raccolte sono insufficienti per stabilire una violazione del regolamento antidoping». È questa la sentenza per certi versi clamorosa del Tribunale Arbitrale dello sport di Losanna che ha revocato la squalifica a vita di 28 dei 43 atleti russi accusati di doping alle Olimpiadi invernali di Sochi 2014. Per altri undici (più tre casi rinviati) squalifica confermata.

Sembra una fiction dell'assurdo, eppure non lo è. Dopo le confessioni dell'ex direttore del Laboratorio di Mosca, Grigory Rodchenkov e le rivelazioni del rapporto Mclaren, dopo mesi e mesi di litigi e coltellate alle spalle, che avevano portato all'esclusione dell'atletica russa da Rio e vietato a Mosca di competere a quelli imminenti di Corea, a quanto pare non ci sono prove che testimoniano il cosiddetto doping di stato di Sochi. Insomma, gli atleti di casa non avrebbero conquistato la gloria e la fama con un aiutino, il che significa che i 28 atleti russi sono stati riabilitati e riavranno le medaglie vinte quattro anni fa davanti al proprio pubblico. Così facendo, la Russia tornerebbe in vetta al medagliere di Sochi. Una vicenda che continua a lasciare dietro di sé una serie di dubbi e di sospetti.

«Siamo molto felici per i nostri atleti» ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Più caustico il presidente russo Vladimir Putin, che due giorni fa si era detto pronto ad organizzare dei Giochi paralleli e concomitanti a quelli di PyeongChang dove avrebbero preso parte proprio gli atleti esclusi dalla Corea: «La sentenza del Tas non può rallegrarci e conferma che la schiacciante maggioranza dei nostri atleti è pulita».

Adesso la palla passa al Cio, il quale ha spiegato che l'annullamento della squalifica deciso dal Tas non implica, tuttavia, l'invito automatico ai Giochi per i 28 atleti russi riabilitati e non implica che questi 28 atleti siano innocenti. A dire il vero il Cio non ha nascosto la propria delusione e rammarico a proposito della sentenza del Tas, che «non ha preso in considerazione l'esistenza comprovata di una manipolazione del sistema antidoping russo, e questo potrebbe avere un grave impatto nella lotta al doping». Nei prossimi giorni il Comitato Olimpico, che valuterà se presentare un ricorso, esaminerà le eventuali richieste in sospeso degli atleti russi che ora sognano PyeongChang (169 finora quelli ammessi in Corea, ma da neutrali). Manca soltanto una settimana ai Giochi.

È già una corsa contro il tempo.

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