Milano - Applausi convinti alla ribellione parigina di Jannik Sinner. Sono arrivati ieri da Milanello e in particolare da Stefano Pioli, allenatore del Milan in questi giorni centrato da un numero impressionante di infortuni. Che sono poi, come nel tennis, la conseguenza di un calendario folle e dei prossimi format (Champions e mondiale per club) destinati a moltiplicare le partite. «Noi allenatori - risponde Pioli - non siamo mai stati coinvolti in questo dibattito. Dovesse succedere, saremmo pronti a chiedere una riforma del calendario. Spesso ci tocca tornare nella notte o il giorno dopo dalla Champions e poi ripartire per andare a giocare in trasferta in campionato. Tutto ciò non fa altro che aumentare i rischi di infortuni peggiorando la fattura del gioco». Non è l'unico cenno. Perché c'è poi l'analisi firmata da Vincenzo Pincolini, preparatore di Milan e Nazionale con Sacchi, il quale ha sottolineato il fattore «stress nei calciatori di giovane età». «Ho lavorato con Pincolini e lo stimo, credo che abbia azzeccato l'analisi: l'aspetto mentale è fondamentale specie in materia di recupero della fatica».
Chiuso il capitolo Sinner se n'è aperto un altro, che è quello dei rapporti interni messi in discussione dalle reazioni recenti di Calabria, Leao e Giroud e ufficialmente ricuciti con la cena di giovedì sera, organizzata dal capitano Calabria, e commentata da Pioli con una frase che può sembrare persino clamorosa, a modo suo. «Posso coltivare dubbi tecnici ma sul clima che c'è a Milanello e sul lavoro svolto dal gruppo non ho dubbio alcuno. Anzi posso dire che non ho mai avuto, nemmeno nella stagione dello scudetto, un team così coeso, compatto e disponibile». Di qui il passaggio all'arrivo di Ibra («per lui provo stima e affetto, nessun problema»), promosso dallo stesso tecnico, è inevitabile perché sempre Pioli è pronto a riconoscere al club strutturato di non fargli mancare niente. E di questi tempi, con il tifo che ribolle contro la panchina, è più di un attestato. Forse la sintonia perfetta è anche merito della decisione, ufficiale da ieri, di tornare sul mercato per un difensore visto che gli accidenti capitati a Kalulu e Pellegrino prevederanno un recupero molto lento (4 mesi ciascuno).
Per questo motivo la notizia del recupero di Loftus Cheeke (in panchina) e quelli prossimi (Pulisic, Chukwueze e Kjaer martedì in Champions) è il primo segnale di un miglioramento della salute del gruppo dopo quei ko uno dietro l'altro avvenuti tra Parigi e Napoli. Di qui allora la scelta di schierare contro l'Udinese le due torri in attacco (Jovic più Giroud) in un ipotetico 4-4-2 con Leao e Musah ai lati del centrocampo.
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