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Tegola Dybala ai box ancora tre settimane Dalla Joya a Pjaca l'infermeria Juve non si svuota più

Domenico Latagliata

Bene, ma non benissimo. Perché la Juventus sperava di essersi lasciata alle spalle l'emergenza infortuni in attacco. Invece, come non detto: Allegri, che sarà quasi costretto a dare spazio al 16enne Kean, dovrà pazientare ancora un bel po' per avere a disposizione non solo Pjaca, ma anche Dybala. Notizia di ieri, quella riguardante la Joya infortunatosi sabato 22 ottobre, a San Siro contro il Milan nel tentativo di calciare a rete praticamente da metà campo. L'attaccante è parso sì in progresso dalla lesione muscolare al bicipite femorale della coscia destra, ma non al punto da permettergli la ripresa dell'attività completa con la squadra, al momento ipotizzabile in circa tre settimane e che verrà meglio definita sulla base dei risultati dei prossimi accertamenti.

Tanti saluti quindi (almeno) alle partite contro Pescara, Siviglia, Genoa e Atalanta: l'argentino potrebbe farcela per l'ultima sfida del girone di Champions contro la Dinamo Zagabria (7 dicembre, allo Stadium), o per il derby (11 dicembre). Inutile però a questo punto azzardare chissà cosa: era stato infatti lo stesso Allegri a comunicare una settimana fa di aspettarsi di rivedere in campo Dybala dopo la sosta per le nazionali, salvo scontrarsi pure lui con la realtà dei fatti.

Una realtà che a questo punto diventa ancora più complicata da gestire alla luce dello stop prolungato di cui è vittima Pjaca (soli 83' all'attivo), fermatosi il 4 ottobre con la sua nazionale: lo staff medico croato aveva parlato di un'infrazione al perone, che la Juve aveva però inizialmente ridotto a brutta contusione escludendo fratture o infrazioni ossee. Salvo poi, a fine ottobre, aggiustare il tiro evidenziando la presenza di una sottile linea di infrazione intraspoginosa. Risultato: giocatore ancora ai box e tempi di rientro ignoti, con tanto di risposta piccata da parte di Igor Boric, responsabile medico della nazionale croata. «Capimmo subito che il suo perone era fratturato, ma da Torino ci dissero di non avere bisogno che qualcuno insegnasse loro il lavoro».

Non è insomma un bel periodo per la Juve e per il suo staff medico, il cui responsabile è dallo scorso giugno il dottor Claudio Rigo, 62enne veneziano specializzato in medicina sportiva, ortopedia e medicina legale, nel mondo del calcio dal 1982.

È peraltro di pochi giorni fa il recupero miracoloso' di Bonucci, prima ritenuto vittima di un'elongazione dei flessori della coscia sinistra (15 giorni di stop) e 48 ore dopo convocato per Chievo-Juve e match giocato quasi per intero.

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