Quando arriva in Toscana, la macchina da gol del toscano Spalletti si inceppa. Era successo a Firenze contro i viola di Paulo Sousa il 18 settembre, è accaduto ieri a Empoli con la truppa del condottiero di Certaldo - ieri lamentatosi per le condizioni del campo che non consentiva giocate veloci - fermatasi sulla saracinesca Skorupski, un ex ancora di proprietà del club di Trigoria. Sorride la Juve, che riallunga in testa, ritorna l'atavico problema della Roma evocato alla vigilia dal tecnico con la citazione del testo di una canzone del tifoso giallorosso Venditti («quando pensi che sia finita è proprio allora che ricomincia la salita»). Che al Castellani si traduce, al netto dei miracoli del portiere polacco dell'Empoli, in un corteggiamento della partita senza voler mai dare l'idea - fatta eccezione dei quindici minuti iniziali e dei 10 finali - di volerla portare a casa. Niente quinta vittoria di fila, quindi, nonostante una ventina di conclusioni verso la porta empolese, e niente quinto gol consecutivo per Dzeko che dopo 58 secondi avrebbe già la palla per l'11° sigillo personale ingaggia un duello rusticano (perso) con Costa. Risultato: si ferma lui, si ferma anche la Roma.
Occasioni sprecate e fenomeno Skorupski («è nostro, poteva farci un regalo...», ha scherzato Nainggolan alla fine), oltre ovviamente al fattore «piccole», ovvero le avversarie meno quotate che storicamente tolgono punti alla Roma. E la Juve, mai così vicina nell'era di Spalletti in giallorosso appena una settimana fa, si riallontana. Tanto che la Roma, ancora seconda, si sveste subito dell'abito di anti-bianconero. Colore che in questi giorni molti hanno accostato a Daniele De Rossi, che a Empoli ha festeggiato 15 anni esatti di gare con la Roma (a -3 dalle 400 in campionato). «Credo che la Juve abbia la forza di prendere giocatori più giovani e forti di me, spero tanto che ci siano tanti altri traguardi da raggiungere con la Roma, il discorso economico, con quello che ho guadagnato in questi anni, è l'ultimo dei miei problemi se volessi rimanere e se vorranno tenermi», il messaggio di quello che una volta era chiamato Capitan Futuro e che a fine stagione potrebbe tentare la strada degli States, già percorsa tra gli altri dall'amico Pirlo.
Sorride l'Empoli che muove
l'anemica classifica e ringrazia l'arbitro Di Bello. Autore di una svista fortunatamente rimediata: prima espelle Bellusci, scambiandolo per Veseli (già ammonito), poi si accorge dell'errore e si scusa. Senza bisogno della Var...
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