Da Totti a Thohir e poi? Onnipotente Luciano

Spalletti punge: "Il patron dell'Inter contento anche quando è quinto". E torna a sfidare Mancini: nel post calciopoli si sono spartiti i trofei

Da Totti a Thohir e poi? Onnipotente Luciano

Roma-Inter è una finale per il terzo posto. Ma non solo. Perché i nerazzurri ieri pomeriggio sono saliti sul treno non solo con il fardello di andare ad affrontare una sfida da ultima spiaggia, per la Champions, ma caricati anche delle dichiarazioni di Luciano Spalletti. Che nella sua seconda vita giallorossa deve sentirsi onnipotente. Perché dopo aver dato spallate interne, vedi Totti e a rotazione tutto l'ambiente, ultimo lo sfogo di Madrid dopo l'eliminazione Champions, ora guarda fuori. Alza il tiro, sbaglia il bersaglio anche se si tratta solamente di una battuta. Un allenatore che mette nel mirino il presidente di un'altra squadra, quando in una società gerarchica il duello dovrebbe essere solo tra pari. Invece l'ironia toscana del Spalletti bis non risparmia nessuno: «Loro dovevano vincere lo scudetto, Thohir invece mi sembra sia contento quando gli dicono che è quinto in classifica...».

Guardare in casa d'altri può essere un esercizio pericoloso. Volendo dare un senso a tutto, l'allenatore della Roma è al primo vero snodo dal suo ritorno nella Capitale. Perché anche Rudi Garcia dopo le prime dieci giornate dell'andata era primo. Poi a partire dalla sconfitta di San Siro il francese, e con lui la squadra, è caduto in disgrazia. Ora l'Inter ci riprova a spezzare il momento d'oro della rivale. Per giocarsi fino in fondo le carte Champions e per il suo presidente che con un successo avrebbe ben altri motivi per ridere che non il quinto posto. L'Inter, sorpresa da Spalletti visti anche i buoni rapporti con la dirigenza della Roma, non ha commentato, con la speranza di rispondere sul campo. Per far felice Thohir che non avrà sorriso alle parole di Moratti interrogato sull'eventualità di un suo ritorno alla presidenza: «Non posso rispondere. Il futuro non lo conosce nessuno».

Anche se in confronto ha poi aggiunto l'ex patron che ha più probabilità di restare in nerazzurro quel Mauro Icardi, che ieri non è salito sul treno per Roma. L'argentino non ha recuperato dall'infortunio al ginocchio.E quindi scelte obbligate per Mancini che punta sulla stessa formula con cui ha sfiorato l'incredibile rimonta con la Juventus in Coppa Italia. Se la giocherà così con quel Spalletti con cui si è diviso tutti i trofei dell'immediato post calciopoli. Si ritrovano otto anni dopo l'ultima volta, la coppa Italia 2008 con cui Mancio lasciò la panchina a Mourinho. Spalletti se ne andò un anno dopo, poi nel dicembre 2009 scelsero l'estero.

Ma alla fine sono tornati da dove erano partiti. Strade parallele, che tornano a incrociarsi: stavolta né scudetti ne coppe in palio, ma forse c'è di più. I soldi, della Champions, che garantiscono il futuro. È di nuovo Roma-Inter.

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