Coronavirus

Tour de force tra lockdown e partite troppo vicine

Roba da matti. Roba del nostro calcio e di chi lo dirige e di chi lo comanda.

Tour de force tra lockdown e partite troppo vicine

Roba da matti. Roba del nostro calcio e di chi lo dirige e di chi lo comanda. Il campionato ritorna il 20 giugno ma una settimana prima il vertice di Federcalcio e Lega ha piazzato le due semifinali e la finale di coppa Italia, con probabili supplementari. La decisione è arrivata dopo un vertice mattutino tra Gravina, Dal Pino e Spadafora che ha chiesto la trasmissione in chiaro delle partite, è stato respinto e, a questo punto, l'intervento di De Siervo ha introdotto le tre gare di coppa in chiaro di proprietà della Rai, una soluzione politica e di interesse. Juventus, Inter e Milan fumano rabbia e si ribellano. Conte manda in campo la Primavera, Scaroni e Agnelli pronti a chiedere un decreto legge per anticipare al 10 o all'11 le semifinali. È una risposta a chi costringe le tre squadre del Nord a tornare a giocare con tutti i rischi relativi della partita lunga dopo tre mesi di inattività.

La pace è già finita. Torniamo peggiori di prima. La situazione è chiara ma confusa, anzi ridicola. Il campionato riprende il film interrotto l'8 marzo, il virus non è ancora sconfitto ma il calcio, con le sue astuzie bottegaie, vuole andare in vantaggio e vincere la sfida. La fame di pallone ha messo all'angolo preoccupazioni e paure, riunendo fazioni fino ai giorni scorsi divise da beghe condominiali. Si ricomincia con un grande dubbio: il protocollo approvato dal Comitato Tecnico Scientifico prevede un regolamento rigido sulla quarantena fiduciaria in caso di positività, con l'isolamento di tutto il gruppo squadra. Ma se nei prossimi giorni la curva dei contagi dovesse abbassarsi ulteriormente, lo stesso protocollo verrà rivisto e corretto per agevolare il regolare svolgimento del torneo che altrimenti rischierebbe una nuova chiusura, questa volta definitiva, con due piani di salvataggio, i play off per lo scudetto e per la retrocessione o la cristallizzazione della classifica. L'interesse economico e di potere ha avuto la prevalenza su quello sanitario, la ripresa della Bundesliga è stata il carburante che ha spinto la federcalcio inglese e le nostre istituzioni calcistiche e politiche a scegliere la soluzione positiva, a differenza di Francia, Olanda, Scozia e Belgio che hanno sospeso i loro campionati. La pace è già finita, da oggi scoppia la guerra.

Ed è ora che il governo del calcio si tolga la maschera, quella della verità e metta fine a questa finta commedia.

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