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È un Tour subito epico: 29 in fuga disperata per fermare un solo uomo

Fra questi anche Nibali che recupera 13 posti. Tutti uniti per beffare Pogacar, che resiste

È un Tour subito epico: 29 in fuga disperata per fermare un solo uomo

Incantati e rapiti. Per chi ama il ciclismo la tappa di ieri la numero 7 - è la sublimazione di una passione e di uno sport che ha il potere ti prenderti per mano e condurti sulle strade più belle del mondo, dove c'è la corsa più bella del mondo, ma soprattutto dove ci sono gli interpreti più ambiti del pianeta. Qui ci sono tutti: quindi c'è tutto.

Doveva essere una giornata di quiete prima della tempesta, ma ieri si è scatenato l'inferno. Una tappa corsa tutta d'un fiato (oltre 45,5 km/h la media finale, ndr), come se non ci fosse un domani. Ventinove corridori all'attacco, fin dal mattino, compresa la maglia gialla Van der Poel e il sempiterno Vincenzo Nibali. Tutti avanti a tutta, con Tadej Pogacar sorpreso - ad inseguire disperatamente per tutto il giorno.

Giornata a tinte slovene, con tre facce simbolo. Quella raggiante e felice di Matej Mohoric, che alla fine arriva per primo e festeggia anche lui tra le lacrime, tagliando il traguardo con le mani a formare un cuore. Quella serena e noncurante di Tadej Pocagar, che qualcosa perde, ma alla fine riesce a contenere il gap alla vigilia della prima tappa alpina di oggi (Oyonnax-Le Grand Bornand, 150,8 km, con la Colombière, ndr). Poi c'è il volto di sofferenza di Primoz Roglic, che in Francia c'era venuto per vendicarsi del furto di un anno fa, ma una caduta maligna nella terza tappa l'ha menomato oltremodo, e anche ieri ha perso terreno.

Dopo aver lasciato il Giro in barella per una terribile caduta in discesa, Mohoric si è ripreso tutto con gli interessi «Vincere al Tour è diverso da tutto il resto», dice singhiozzando l'incredulo campione nazionale di Slovenia.

Grande anche la prestazione messa in scena dal nostro Nibali, che pur pagando qualcosa nel finale, fa un bel salto in classifica generale (13 posizioni, ndr). Lotta con quei due là lo Squalo, con Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert che ingaggiano un duello senza esclusione di colpi: prima se le suonano, poi si alleano pensando alla classifica.

Alla fine, però, sorride anche il bimbo sloveno, Tadej Pogacar: la squadra non c'è, ma lui nonostante il primo caldo, dimostra di non andare in ebollizione. Un anno fa fece in pratica tutto da solo, quest'anno dovrà fare altrettanto.

Ordine d'arrivo settima tappa Vierzon-Le Creusot: 1) Matej Mohoric (Slo, Bahrain) km 249 in 5h 28'20'' (media 45,521), 2) Stuiven (Bel) a 1'20'', 3) Cort (Dan) a 1'40'', 4) Van der Poel (Ola) st, 5) Asgreen (Dan) st, 13) Nibali a 2'57'', 21) Carapaz (Ecu) a 5'15'', 26) Pogacar (Slo) st, 65) Roglic (Slo) a 9'03''.

Classifica 1) Mathieu Van der Poel (Ola, Alpecin) in 25h 39'17'', 2) Van Aert (Bel) a 30'', 3) Asgreen (Dan) a 1'49'', 4) Mohoric (Slo) a 3'01'', 5) Pogacar (Slo) a 3'43'', 6) Nibali a 4'12'', 10) Uran (Col) a 5'04'', 12) Carapaz (Ecu) a 5'19'', 13) Thomas (Gbr) a 5'29'', 33) Roglic (Slo) a 9'11''.

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