Troppe «app» favoriscono la distrazione

di Pierluigi Bonora

La tecnologia a portata di mano (leggasi smartphone) è da qualche tempo la causa principale degli incidenti stradali. E non parliamo solo di sciagure che coinvolgono veicoli o di investimenti lungo le strade cittadine. Ad andarci di mezzo sono anche i pedoni che attraversano senza accorgersi del sopraggiungere di una vettura. E questo perché impegnati in una telefonata o a cliccare una app sullo smartphone. Denominatore comune di tali incidenti è la distrazione: quando si guida una macchina, si va in moto (anche i ciclisti, spesso, hanno il cellulare attaccato all'orecchio) e si cammina. C'é molta preoccupazione, tanto che qualcuno auspicherebbe il pugno di ferro, vietando anche l'utilizzo di auricolari e apparecchi Bluetooth da applicare ai padiglioni auricolari. La riforma del Codice della strada è nella fase della discussione. E non è escluso che ci si possa aspettare qualche sorpresa. Nel frattempo la maggior parte dei costruttori di automobili fanno a gara a chi propone più app a bordo. Il rischio, avanti di questo passo, è che la macchina possa trasformarsi in un piccolo ufficio, in una mini sala giochi o in una sorta di call center. Sia ben inteso: c'è la tecnologia utile e c'è la tecnologia «in più», di cui si può fare tranquillamente a meno. La distrazione, infatti, é sempre in agguato. Bene, quindi, al miglioramento dei sistemi viva-voce legati però ai comandi vocali per le telefonate (dovrebbero essere resi obbligatori dalla legge), insieme ai navigatori e ai vari dispositivi di assistenza alla guida a vantaggio della sicurezza. Ma di tante altre cose, quando si guida, si può fare sicuramente a meno (rispondere a sms o email anche solo con la voce), consultare guide ai ristoranti o al distributore più vicino, ecc. E, se proprio si deve fare una di queste cose, basta fermarsi in una piazzola. L'integrazione tanto sbandierata degli smartphone con l'auto fa sì, infatti, che le app presenti sul primo passino sul secondo, incluse quelle frills.

I costruttori, quindi, stiano bene attenti, seppur in buona fede, a privilegiare le operazioni di marketing per accaparrarsi un'importante fetta di utenti millennials, la generazione che viaggia con lo smartphone in mano e il web in tasca. Anche le Case automobilistiche, infatti, se da una parte migliorano in continuazione la sicurezza dei veicoli, dall'altra rischiano di favorire la distrazione di chi guida.

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