Truffatori in agguato nelle poker room: ecco come difendersi

Truffatori in agguato nelle poker room: ecco come difendersi

«Dopo aver visto un amico derubato del suo bankroll ho deciso di fingermi un'altra persona ed addentrarmi in un mondo del poker parallelo. Il poker non hold'em ma denominato «texas dumping» ed ecco cosa abbiamo scoperto».
Un gruppo di giocatori italiani che fanno riferimento all'account Who The Player, hanno messo in scena una vera e propria missione di infiltrazione tra i truffatori del poker online italiano. Vanno premesse due cose. Alcuni tratti di questa «inchiesta» sono state verificate dalla redazione di Gioconews.it, che ha potuto leggere anche tratti di conversazione via Skype. Nulla di trascendentale e non c'entrano nulla le poker room autorizzate Aams che, però vedono i loro servizi di sicurezza dribblati con alcuni metodi piuttosto semplici. Ecco la storia.
«A gennaio ci contatta via Skype un ragazzo siciliano trasferitosi in Germania che intrattiene rapporti con agenti di siti esteri ovvero «.com». Ci propone immediatamente di entrare in un business in cui potremmo dividere gli utili al 50%, da lì, dopo una rapida consultazione decidiamo di stare al gioco e ci facciamo fare la proposta tramite Skype. Il gioco è semplice: io verso a lui una cifra prestabilita attraverso Moneybookers e lui in cambio mi dà una cassa da svuotare entro la mattina successiva. La richiesta è di 1.000 euro per una cassa da 3.000. Trattiamo e lo convinco a volerne solo 500 in anticipo e il saldo a «dumping» completato. Lui accetta e mi da appuntamento per la mezzanotte del 23 gennaio, cioè il giorno dopo. La sera dopo, puntuale, si fa sentire alle 21 e chiede il transfert dei soldi che io effettuo nello stesso istante in cui lui via Skype mi manda user e pass del conto da «dumpare». Entro nella cassa e trovo esattamente 3.000. Di lì usciamo immediatamente e blocchiamo il trasferimento dei fondi inventando una scusa del tipo “non ho i players che possono dumpare”. Lo convinciamo ad aspettare e gli dico che non ho un grosso giro economico ma che vorremmo una cassa attorno i 10.000 euro e a questo punto propone il secondo stratagemma: una mail “trojan” contenente un programma di controllo remoto che, una volta aperto, si installa sul pc infettandolo a tal punto da trasferire tutti i codici pass user al mittente della stessa. Prendo con i miei collaboratori un vecchio pc portatile e una chiavetta wireless nuova, facciamo una nuova mail e giochiamo con un account creato ad hoc su quel pc per 2 giorni. Lasciamo volutamente 100 euro sul conto di gioco della «.it» in questione e forniamo la mail che abbiamo creato chiedendo una dimostrazione del programma.
Dopo un paio di ore riceviamo una mail a nome di una delle più note poker room italiane che ci invitava a clikkare sul link per essere registrato al torneo 10k garantito. Noi facendo finta di non capire eseguiamo l'operazione e da lì ad un ora il nostro “amico” non solo si era giocato i soldi per dimostrarci che era entrato nel pc, ma per toglierci ogni dubbio ci ha fornito anche le nostre user e password. Portammo successivamente il pc da un tecnico fidato che ci ha confermato l'infezione da trojan del pc. Questa è la spiegazione di come possono entrare nel vostro pc anche se questa è solo la punta di un iceberg molto più grosso».
Come si puliscono i soldi? Ecco la fine del racconto. «Una volta che sono in possesso del vostro account sono ben organizzati e strutturati per far sparire i soldi con notevole velocità. Uno di loro, attraverso i suoi ragazzi, fa in modo che ad un tavolo cash high stake siano seduti tutti i suoi players più quelli con la cassa da dumpare.
Vengono spostati 2-3mila euro all'ora per tavolo.

Infatti il tavolo resta aperto un'ora anche se il dumpato ha finito il credito, questo per passarlo più volte di mano in modo da pulirlo e renderlo irrintracciabile. Inoltre entrano altri utenti con altri account e fanno sì che parte di quel credito venga addirittura dirottato verso altri conti, cosicché anche il servizio antifrode della room non riesce a fare nulla».

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