Tutti i «trucchi» del mercato da Babù al trattato di Cotonou

Tutti i «trucchi» del mercato da Babù al trattato di Cotonou

Conoscere il regolamento, avere dimestichezza con i bilanci, masticare di economia, agire in modo furbo. Il direttore sportivo per eccellenza deve avere queste caratteristiche e deve sapere quali sono quei trucchi da mettere in campo per portare a casa l'acquisto della vita. Il caso che sta facendo discutere è quello della Roma, che ha ingaggiato il 32enne brasiliano Babù dalla Paganese per cederlo all'estero e far posto a Gervinho. Tutto lecito: la normativa Figc, infatti, prevede che per ogni giocatore extracomunitario che entra in Italia ne debba uscire un altro dai confini nazionali, per un massimo di due a stagione. Diktat della legge Bossi-Fini, che non prevede nessuna limitazione invece per gli extracomunitari già presenti sul territorio. Ma quanto accaduto non è una novità: in passato già Napoli e Fiorentina, ad esempio, avevano utilizzato escamotage di questo genere.
Le società di calcio hanno anche un'altra freccia al proprio arco: la Fifa, infatti, consente ai club di poter parlare con giocatori in scadenza di contratto già sei mesi prima della fine del loro accordo con un altro club. L'esempio più recente è quello della Juventus, che a febbraio aveva già l'accordo con Fernando Llorente che, al tempo, era ancora sotto contratto con l'Athletic Bilbao. Tutto merito della sentenza Bosman del 1997, verdetto che ha cambiato la storia del calciomercato moderno.
Se una società ha invece bisogno di "alleggerire" i propri bilanci, può intavolare delle comproprietà o acquistare tramite prestiti onerosi. La prima è un'invenzione tutta italiana e prevede la contemporanea titolarità, da parte di due club, del cartellino di un medesimo giocatore. Così facendo, si paga la metà e i costi vengono dilazionati su due o più bilanci. Il prestito oneroso, invece, prevede che una società paghi una cifra per avere un giocatore in prestito, inserendo un diritto di riscatto a fine stagione. Avendo già speso dei soldi, di fatto il diritto si trasforma in "obbligo" (termine abusato in quanto non esiste nessuna costrizione normativa): il Milan, ad esempio, pagherà all'Inter un milione di euro per il prestito di Matias Silvestre con diritto di riscatto fissato a quattro.
La storia insegna che i furbetti spesso hanno cercato anche nel passato dei calciatori i cavilli per poterli tesserare come comunitari: sul finire degli anni '90 scoppiò Passaportopoli, inchiesta che vide coinvolte anche società importanti come l'Inter. I tempi non sono cambiati, anche se oggi i controlli sono più precisi e ottenere il passaporto italiano è diventata impresa ardua.


Ma all'orizzonte s'affaccia un nuovo "trucco", una panacea che risolverà molti mali: la Lega Calcio ha infatti chiesto alla Figc di recepire gli accordi di Cotonou, così come avviene già nel basket; un partenariato siglato nel 2010 tra i membri del gruppo degli Stati dell'Africa, dei Carabi e del Pacifico con la Comunità europea. Questo permetterà alle società di tesserare questi giocatori come comunitari. Nuove vie di fuga dai regolamenti, nuovi escamotage: e i direttori sportivi si sfregano già le mani.

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