L'Inter torna sulla terra. Il tentativo di fuga inciampa in un super Sassuolo

Un'altra impresa della squadra di Dionisi: quattro giorni dopo aver battuto la Juve ribalta a San Siro i nerazzurri. È il primo ko in campionato per Lautaro e compagni

L'Inter torna sulla terra. Il tentativo di fuga inciampa in un super Sassuolo
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Milano - Niente fuga e niente filotto: l'Inter interrompe la tabellina del 3 e anzi cede direttamente i 3 punti al Sassuolo del bravissimo Dionisi, capace di vincere a San Siro 4 giorni dopo avere battuto la Juventus. A tanti non basta una carriera per simile doppietta. Vittoria forse sorprendente, ma di certo meritata. Le rotazioni di Inzaghi sono meno aritmetiche del solito e del previsto, chissà poi perché, e adesso si prepari, ché la rumba potrebbe presto cominciare: ha sbagliato questo e quello, non sa tenere alta la concentrazione della squadra, fa troppi cambi anzi ne fa troppo pochi. Colpevole designato. La verità è che la doppia Inter non esiste, la coperta in attacco è pericolosamente corta e in porta quest'anno non ci sono certezze. Appena hanno cominciato a tirargli contro, Sommer ha cominciato a prendere gol.

Come a Empoli, l'Inter parte col botto (3 angoli in 5 minuti, il primo dopo 30) ma il gol tarda ad arrivare. Quando sembra che anche stavolta ci sia da aspettare il secondo tempo, ci pensa Dumfries a rendere più dolce il the dell'intervallo. Punta l'acerbo Viti (giovane non basta), lo stordisce con 3 finte da fermo e calcia di sinistro, oltre il sorpreso Consigli, non certo esente da responsabilità. Ci sta, ma ci sarebbe stato anche il pareggio, perché anche nel pt il Sassuolo tiene testa alla capolista senza arroccarsi o tremare, gioca ovviamente di rimessa e almeno un paio di volte è pericoloso con Toljan e Bajrami, mentre in un'altra rischia molto Darmian per sventare in scivolata in angolo la fuga solitaria dell'ex compagno Pinamonti. Fatti i conti, più rischi per l'Inter che per il Sassuolo.

Come a Empoli, Lautaro (terza di fila in campionato senza gol) è meno brillante di Thuram. Se è stanchezza, che si abitui, perché tempo e spazio per riposare ne avrà ben poco. In avvio di ripresa, l'errore dell'Inter è non capire che sta suonando l'allarme quando Erlic sbaglia di testa un gol clamoroso, da pochi passi, dopo schema su calcio d'angolo. Nerazzurri molli e fermi, quando ci sarebbe da giocare almeno sui nervi, se avverti che i muscoli sono intossicati. Questione di un'azione e il pareggio arriva davvero: merito di Bajrami o più precisamente colpa di Sommer, impacciatissimo sul suo palo. Un gol che se l'avesse preso Handanovic ma Handanovic di gol così non ne ha mai presi.

Il portiere svizzero non è esente da colpe nemmeno sul successivo sinistro di Berardi, sul quale certo la responsabilità è più dei suoi compagni, che non accorciano, lo lasciano calciare (Miki) o addirittura si scansano (Calha).

Sorpasso inatteso ma non sorprendente, al quale Inzaghi reagisce nell'unico modo possibile, cambiando addirittura 4 giocatori contemporaneamente: l'esausto Thuram (sparito nel st), Miki, Dimarco e lo stupito Bastoni, che torna in panchina con la smorfia dell'insoddisfatto. La scossa prova a darla, manco a dirlo, Frattesi, ma stavolta non succede nulla. Anzi è Laurienté a sfiorare 2 volte il gol dell'1-3.

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