Tennis

Il valore aggiunto di Sinner e l'incoerenza sul "biscotto"

Jannik ha risparmiato al tennis quella cattiva abitudine che si critica sempre nel calcio. E che è nata nell'ippica...

Il valore aggiunto di Sinner e l'incoerenza sul "biscotto"

Ascolta ora: "Il valore aggiunto di Sinner e l'incoerenza sul "biscotto""

Il valore aggiunto di Sinner e l'incoerenza sul "biscotto"

00:00 / 00:00
100 %

Magari il destino a volte sarà pure cieco, ma nel tennis ci vede benissimo. Così ecco che Jannik Sinner potrebbe trovarsi un'altra volta Novak Djokovic dall'altra parte della rete e a stretto giro, se giovedì l'Italia di Davis batterà nei quarto l'Olanda e la Serbia farà lo stesso con la Gran Bretagna. Sarebbe, quella di sabato, una nuova edizione di una partita che per qualcuno non avrebbe dovuto esserci, quantomeno nell'ultimo atto delle Atp Finals. Anche perché nessuno davvero poteva illudersi di battere Nole due volte di fila nella stessa settimana: lo sapeva bene Jannik, ma l'idea di farlo fuori nei gironi con un ko contro Rune non gli è mai passata per la testa. E non solo per i soldi in palio.

Eppure il giorno dopo la fine della settimana spettacolo di Torino, si è parlato ancora di questo, come se fosse una colpa di Sinner pensare sempre in grande per arrivare lì dove tutti pensano sia il suo traguardo. Capita, ovviamente, in un Paese calciocentrico, nel quale ci si accontenta a volte anche di un pareggio e dove il «biscotto» è ormai nella storia. Nel tennis invece, si pensa solo a vincere sapendo che si può anche perdere, e questo lo ha spiegato bene Goran Ivanisevic, da ex vincitore di Wimbledon (e non solo) e da coach di Djokovic: «Con quella partita contro Rune, Jannik ha dimostrato di essere un campione. Non lo dico perché ha permesso a Novak di passare il turno: se vuoi andare sempre più in alto, devi voler vincere ogni partita. Soprattutto quando la giochi di fronte al tuo pubblico». Semplice, no? Non troppo, sembra.

Non, per carità, che il tennis sia stato immune da episodi incresciosi, ma questo non succede mai quando in campo c'è ben di più di una partita, quando c'è in campo lo status. Sinner da questo punto di vista ha vinto, l'unico appunto è quello che dovrà fare qualche passo in più nella malizia. Lo stesso Djokovic, più volte e anche contro di lui, ha utilizzato in passato la sosta per andare in bagno, permessa tra un set e l'altro. Quella invocata anche da Adriano Panatta durante la diretta Tv: «A questo punto sarebbe il caso di andare a far pipì». Piccoli trucchi che disorientano gli avversari più di un passante, e che a volte persino il più vincente di tutti non ha esitato ad utilizzare: non è barare, è solo tattica (e molta furbizia). Ma il biscotto no, il tennis non lo ha mai considerato, anche perché di solito non si gioca con i gironi e non si fanno calcoli. Mentre il pallone di questa materia spesso ne ha fatto la sua storia.

Per questo c'è chi dice che Sinner ha sbagliato, e magari gli stessi che si sono indignati per esempio quando Svezia e Danimarca (Europei 2004) si sono impegnati in un pilotato 2-2 per far fuori l'Italia. E dunque, perché Sinner ha battuto Rune? «Perché vincere era molto importante per me, volevo confermare tutti i progressi fatti nella vittoria della partita precedente contro Nole». Lo ha rimesso in gioco? Pazienza, e chi non lo capisce potrebbe sempre darsi all'ippica.

Il «biscotto» (non lo sapete?) e nato proprio lì.

Commenti