Van der Poel si regala il bis al Fiandre Beffa Pogacar

In un ciclismo di malati e convalescenti, vince uno che per sei mesi è stato costretto a curarsi

Van der Poel si regala il bis al Fiandre Beffa Pogacar

In un ciclismo di malati e convalescenti, vince uno che per sei mesi è stato costretto a curarsi. Straordinario Mathieu Van der Poel, figlio e nipote d'arte (di Raymond Poulidor), che dopo il mal di schiena, scrive per la seconda volta in carriera il proprio nome nell'albo d'oro del Giro delle Fiandre.

Rientrato da protagonista alla Sanremo (3° al traguardo) dopo quasi sei mesi di stop, fa il bis nella classica fiamminga piegando la resistenza e il talento di un altro protagonista che meritava di vincere ai punti, e invece non finisce nemmeno sul podio. Parliamo di Tadej Pogacar, che da debuttante disegna la corsa fiaccando le gambe agli avversari sugli ultimi cinque muri, poi getta tutto alle ortiche, decidendo nella volata finale a due di lasciare il peso dello sprint a Van der Poel, che accetta il rischio che Van Baarle e Madouas rientrino. Volata corta, quasi da fermo, che premia il più esplosivo olandese. Pogacar, da possibile vincitore o sicuro secondo, finisce quarto.

Il nuovo Merckx perde da Merckx, come il cannibale nella volata a quattro al mondiale del Montjuich a Barcellona '73. Quel giorno a vincere fu il nostro Felix de Mondi, Nuvola Rossa Felice Gimondi, come lo ribattezzò Gianni Brera. Alle spalle del campione di Sedrina Freddy Maertens, Luis Ocaña ed Eddy Merckx. Quarto come Taddeo, che ha una vita davanti a sé per ripercorrere il cammino del fuoriclasse belga.

Perde, ma non perde, perché ha già vinto troppo per essere considerato un bluff e ha vinto ancora troppo poco per poter pensare che il meglio deve ancora venire. Per noi italiani niente mal di schiena, solo un grande mal di testa.

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