La vendetta di Suarez zittisce l'Inghilterra

Una risposta a chi lo criticava: «Avranno cambiato idea?» E ai giudizi di Hodgson: «Un campione si vede ai mondiali...»

Certo non è stata una grande pensata. Forse sincera, ma maledettamente controproducente. Un autogol - anzi un doppio autogol - goffo e beffardo, quello di Hodgson. Che alla vigilia della partita contro l'Uruguay aveva provocato Suarez. «E' un campione in Premier League, ma deve ancora confermarsi al mondiale». Detto, fatto. Dopo la doppietta rifilata all'Inghilterra il centravanti del Liverpool ostentava un sorriso così, da cannibale più che da pistolero (il suo soprannome favorito). «Prima della partita troppe persone in Inghilterra hanno messo in discussione la mia integrità. Sognavo una notte simile, e adesso sono curioso di sapere se hanno cambiato idea», la sua risposta. Contento per l'Uruguay, strafelice per aver zittito i suoi detrattori. Ancora numerosi in Inghilterra, per via di certi suoi comportamenti non proprio in linea con il fair-play anglosassone. Le simulazioni, gli insulti razzisti a Evra, il morso a Ivanovic. Un'aneddotica da bad-boy costruita in meno di quattro stagioni ad Anfield. Il Liverpool lo aveva acquistato dall'Ajax per sostituire Torres. Cresciuto nel Nacional, Suarez era sbarcato in Europa con la maglia del Groningen, 33 partite e 13 reti. Mica male per un debuttante di 20 anni. Progressivo il suo ambientamento in Premier League, una crescita esponenziale: 11, 23 e 31 gol. Capocannoniere del campionato, nonostante abbia saltato le prime quattro giornate per squalifica.
La stagione della consacrazione dopo un'estate di capricci. Quando pretendeva di essere ceduto al Real Madrid. Accusava i tabloid locali di violazione della sua privacy, in realtà gli stava stretto il Liverpool senza Champions. E ora che la Champions potrà giocarla, è di nuovo sull'uscio. Destinazione Catalogna. Il Barcellona è pronto alla follia pur di averlo, 90 milioni di euro. Con il sacrificio di Sanchez. Tentenna il Liverpool, ma tutto è rimandato a dopo il mondiale. Nel frattempo è l'ora dei ringraziamenti. Recapitati in un video-messaggio registrato negli spogliatoi dell'Arena di San Paolo. E destinati alla sua famiglia (moglie e figli). E al fisioterapista Walter Ferreira, che lo ha aiutato a tornare in campo dopo appena 28 giorni dall'intervento al menisco. Un prodigio di rapidità.
Contro la Costa Rica la sua assenza si era sentita così come la sua presenza contro gli inglesi. Pur ancora lontano dalla forma migliore: giovedì ha perso 29 palloni. A mezzo servizio, eppure abbastanza, anzi troppo per l'Inghilterra. Suoi gli unici due tiri in porta della Celeste. Due occasioni, e altrettanti gol. Il “crimine perfetto”, titolava la “Tribuna” cilena.

Consumato con l'involontaria complicità di Gerrard, assist-man in occasione del raddoppio dell'Uruguay. Spietato come un cecchino, poco convincente quando a fine partita consolava il suo capitano. Troppo assorto nella somma aritmetica: 260 gol in carriera, 41 con la Celeste. Nessuno come lui.

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