La vera strega è Mertens. Il Napoli non va in testacoda

Una magia del belga risolve la pratica contro l'ultima Poi si infortuna. Il Var toglie un rigore al Benevento

La vera strega è Mertens. Il Napoli non va in testacoda

La strada verso lo scudetto non ammette amnesie nè cali di tensione. Così il Napoli risponde alla Juve, anche se in maniera meno roboante, nel testa-coda di Benevento che poteva rivelarsi una trappola per la squadra di Sarri. Ma il Mertens attuale è quello dei tempi migliori (terza gara di fila a segno dopo il digiuno durato due mesi e mezzo) anche se ieri il belga ha rimediato una distorsione alla caviglia sinistra sul duro intervento di Dijmsiti che preoccupa un po' Sarri, ora che la lotta per il titolo entra nel vivo e all'orizzonte c'è il ritorno in Europa. E con i titolarissimi il risultato è praticamente «blindato». Soprattutto lontano dal San Paolo dove il Napoli è imbattuto da 25 partite - nessuno come gli azzurri nei 5 campionati top d'Europa - e in questa stagione ha già vinto 11 volte su 12.

Il mercato non ha intaccato la rosa di Sarri (che anzi ha perso Maksimovic e Giaccherini, elementi scarsamente utilizzati) e ha ormai cementato definitivamente le gerarchie del tecnico. Niente più turnover anche con le piccole, in campo va l'undici che al netto dell'assenza di Ghoulam - vicino al rientro come Milik - è nella testa del toscano sin dall'inizio della stagione. Il gruppo ha fatto quadrato intorno al patto scudetto e cerca di non perdere colpi in campo, mentre fuori De Laurentiis e l'allenatore lanciano qualche frecciata di troppo alla rivale bianconera. Il resto lo fanno le singole giocate: quelle sublimi di Mertens (la sua rete ricorda quella al Torino nella passata stagione) e Insigne - solo la traversa gli nega quel gol che manca da 4 mesi fuori casa -. E poi il tap-in sotto porta di Hamsik, arrivato a due passi da quota 100 realizzazioni in serie A, su assist di Callejon. Se poi pensiamo al passo avanti nel gioco di Sarri rispetto alle stagioni precedenti, ovvero la grande compattezza difensiva (Reina è il portiere meno battuto del campionato, con 14 gol al passivo, uno solo nel girone di ritorno) il quadro è completo.

Le già minime speranze del Benevento di sovvertire un verdetto già scritto si spengono intorno al quarto d'ora del secondo tempo, quando Di Bello concede un rigore per il fallo evidente di Koulibaly su Costa e il Var (con La Penna al video) lo cancella, evidenziando una posizione di fuorigioco di Sandro all'inizio dell'azione incriminata. Le «streghe» approcciano bene la gara, con un assetto chiamato a mettere in difficoltà gli avversari più blasonati. E i primi venti minuti danno fiducia al gruppo di De Zerbi, anche se la quarta rete consecutiva di Mertens incanalana la gara sui binari più comodi per il Napoli. I due legni colpiti dal belga e da Insigne legittimano il vantaggio azzurro, il possesso palla e il lavoro dei centrocampisti - un po' fuori posizione agli albori della sfida - danno tranquillità alla squadra di Sarri.- Che colpisce subito a inizio ripresa con Hamsik, gestendo poi la gara senza grandi affanni e nonostante il Benevento mostri un atteggiamento più offensivo con l'ingresso di Coda.

Non è serata di goleade, il Napoli di oggi si sazia anche con un vantaggio di sole due reti, anche perchè Reina blocca senza problemi il tiro dalla distanza di Sandro e poi non rischia mai.

Il Napoli effettua così il controsorpasso alla Juve, toccando quota 60 punti in 23 giornate, come l'Inter di Mancini della stagione 2006-2007 e peggio solo dei bianconeri di Capello dell'anno precedente (il campionato dello scudetto poi tolto per Calciopoli) che arrivarono a 62.

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