Verratti e i fenomeni: allez l'Italie

Titolare al posto di Pirlo il talento pescarese gioca contro la nazione che l'ha adottato calcisticamente. "A Parigi non ci vedono così male... E posso giocare anche con lo juventino"

Verratti e i fenomeni: allez l'Italie

In pochi mesi la sua vita è cambiata: promozione in A con il Pescara, la chiamata a suon di petroldollari del Paris Saint Germain e l'approdo nell'azzurro dei grandi. Stasera a Parma Prandelli farà prove tecniche di futuro. E Marco Verratti, il regista del domani, sarà titolare nel ruolo di Pirlo («ma tornerà lui a dirigere la nazionale e io potrei giocarci insieme, in passato ho fatto il trequartista») contro la Francia. Proprio la nazione che lo ha adottato calcisticamente quest'estate e lo ha poi elogiato per le ottime prestazioni con la squadra di Ancelotti.

Martedì scorso, nel suo appartamento di Neuilly, ha festeggiato 20 anni con la famiglia e qualche amico arrivato dall'Abruzzo. Il successo non lo ha trasformato. «Per me il calcio è un divertimento e anche a 30 anni dovrà essere così. A Parigi non ci considerano così male come dicono: vi assicuro che il nostro campionato lo seguono eccome, magari non lo dicono...», così Marco alla vigilia.

L'antipasto per il «petit hibou» (gufetto in francese) di Manoppello con la truppa di Prandelli nella nazionale sperimentale di Ferragosto che a Berna superò 2-1 l'Inghilterra. Giocò 32 minuti, entrando al posto di Diamanti: da allora è un nome fisso fra i convocati. Stasera giocherà dall'inizio: «Sento tanta emozione, ma devo anche ripagare la fiducia di Prandelli. A fine gara mi regalerò la maglietta per tutti i sacrifici fatti».

La sua avventura con la Nazionale iniziò 713 giorni fa a soli 140 chilometri dallo stadio Tardini: con l'Under 20 al «Gigli» di Imola 3-1 alla Romania. Da allora Verratti è cresciuto, ha fatto la gavetta in tutte le rappresentative azzurre e ha imparato tanto, soprattutto grazie al lavoro di Zeman. «È un giocatore di un grande club e gioca in Champions: è quello che Parigi gli aveva promesso, in Italia nessuno ha avuto il coraggio di fargli le stesse promesse», ha detto di lui Buffon, stasera a riposo (toccherà a Sirigu come a Berna).
La nazionale guarda già alla nuova generazione di fenomeni: oltre a Verratti, saranno tra i titolari anche il pari età milanista El Shaarawy nel tridente con Balotelli e la rivelazione Candreva; nella ripresa potrebbe toccare al ripescato Santon e a Florenzi. «Se non ora, quando posso testarli? Da Verratti mi aspetto una crescita ulteriore dal punto di vista della personalità, sta facendo una grande esperienza al Psg, ma non deve mettersi addosso troppa responsabilità, dovrà fare il suo senza strafare», dice il ct prima di Italia-Francia.

Una sfida che ha una storia centenaria, dalle magie di Platini al golden gol di Trezeguet passando per il «fattaccio» Zidane-Materazzi, i rigori fatali agli azzurri nel Mondiale 1998 e favorevoli sei anni fa in Germania. «Sono due scuole calcistiche che spesso si avvicinano e spesso vanno agli opposti - dice Prandelli -. Sarà una sfida a viso aperto, mi aspetto che l'Italia accetti il duello e giochi per vincere fino all'ultimo».

Contro i galletti che il 16 ottobre scorso hanno fermato la Spagna in casa, il ct azzurro metterà in campo calciatori nei propri ruoli e un centrocampo che dovrà lavorare in funzione delle tre punte, dunque meno palleggio e più verticalizzazione. Ingresso gratis per le donne.

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