Calcio

Alla vigilia del derby il Milan si scopre una fabbrica di problemi

Il gioco non va, difesa colabrodo, mercato flop, infermeria affollata e il tormentone Leao

Alla vigilia del derby il Milan si scopre una fabbrica di problemi

Dopo la manita ricevuta dal Sassuolo (2 a 5), il Milan è già uscito dai parametri di Paolo Maldini. Non è più secondo in classifica, scavalcato dall'Inter salita a 40 punti, 2 lunghezze davanti, scivolato in quinta posizione, a pari merito con Lazio e Atalanta, con alle spalle - a un punto di distanza - la Roma rilanciata, a dispetto del risultato, dalla sconfitta di Napoli. Il derby di domenica è fatto apposta per stabilire una sorta di crocevia pericoloso e di moltiplicare ansie e angoscia per lo stato di salute del team campione d'Italia, improvvisamente assalito da insicurezze, errori ed omissioni oltre che scadimento di forma collettivo. Responsabilità diretta anche delle tante assenze che hanno impoverito la cifra tecnica e provocato una fragilità difensiva testimoniata dal numero di gol subiti (29, quasi il doppio del Napoli con 15). Tra queste, inutile sorvolare, spicca l'assenza di Mike Maignan, il portiere francese considerato uno dei protagonisti decisivi della cavalcata tricolore (8 sfide senza subire gol nel campionato passato).

E qui s'innesta il capitolo mercato. Deficitario quello estivo, senza sussulti quello invernale, con un solo arrivo, il portiere Vasquez, acquistato a prezzo di saldo (sui 500mila euro) più per occupare una casella da extra-comunitario che servirà liberare a giugno prossimo per trovare una qualche alternativa a Tatarusanu, diventato una sorta di pupazzo da luna park contro cui lanciare proiettili di pezza. Ha una percentuale tra tiri in porta e gol incassati da brividi (19 tiri, 14 reti). «Lasciamo troppa libertà agli avversari nel tirare in porta» è la spiegazione tecnica di Pioli che documenta l'attenzione calata in quella che sembrava una cassaforte inaccessibile ed è diventato invece un portone spalancato. Se non bastassero le tensioni sul mercato (due opposte visioni tra tifoseria e area tecnica, con la proprietà ferma nel non concedere extra-budget), si è aggiunto il tema degli infortuni. Hanno messo nei guai Pioli e il suo staff. Gli ultimi della lista sono Bennacer e Tomori, assenti domenica sera. È talmente depresso l'ambiente dal salutare il possibile recupero di Ibra (41 anni) col Toro (venerdì 10 febbraio) come un segno del destino!

Altro tormentone, il rinnovo di Leao. Ieri, per fare chiarezza, è intervenuto ai microfoni di Sky sport l'avvocato parigino Dimvula, titolare della procura del portoghese fino a giugno 2024 che ha fissato alcuni paletti nell'occhio del suo rivale Mendes. Ha dettato Dimvula: «Non è vero che c'è rottura col Milan, il colloquio è molto cordiale e il giocatore ha espresso la volontà di restare in rossonero. Non è neanche vero che vogliamo dimezzare la clausola rescissoria (fissata, come si sa, a 150 milioni, ndr). Il resto è fake news». È stato il primo raggio di sole intravisto a Milanello. Dove sono spuntati ieri mattina, quasi per simboleggiare la compattezza del mondo Milan reclamata da curva e dallo stesso Pioli, il presidente Paolo Scaroni e l'ad Giorgio Furlani, insieme con Maldini e Massara.

Di sicuro però, per uscire indenni dal derby, ci vorrà qualcosa di molto diverso dall'ultimo Milan.

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