Folte chiome nascoste da caschi imponenti sfrecciano nel traffico: portano i figli a scuola, fanno le commissioni, si godono sound e prestazioni nel fine settimana. Donne e moto, un binomio perfetto. Le ammiriamo ai Saloni in sella alle due ruote più prestazionali; giovani e belle, sono il mezzo ideale per promuovere le novità in arrivo sul mercato, lo strumento prediletto per attirare l'attenzione maschile. Ma quando sono loro a guidare, fa tutt'altro effetto. La donna amazzone, che tiene testa a cilindri e pistoni, è il massimo nell'immaginario collettivo. Trasmette libertà, determinazione, emancipazione.
Le più appassionate inforcano moto potentissime, ma la gran parte predilige veicoli meno pesanti e più maneggevoli: semplici scooter o moto di piccola cilindrata dalla sella bassa, perché toccare terra con le due piante dei piedi infonde sicurezza e consente di reggere meglio la moto. Mezzi ideali per evitare il traffico, muoversi in città nel minor tempo possibile e non pensare mai al parcheggio; la borsetta dentro il baule, la guida disinvolta e anche un po' sfrontata.
Il mondo delle motocicliste sta crescendo, e lo dimostra anche la grande attenzione delle Case nel proporre veicoli più piccoli, meno potenti e più adatti a una guida di tutti i giorni. Eppure, molti uomini continuano a far fatica a considerare normale l'immagine di una donna in sella a una moto, soprattutto se prestazionale. Gli stereotipi sono ancora, forse, troppo difficili da scardinare.
E pensare che ci hanno provato in tante. È dagli anni '20 che le donne si cimentano in sella alle due ruote. La pioniera è stata Vittorina Sambri: vinceva una corsa dopo l'altra, suscitando l'invidia dei colleghi, la prima campionessa di motociclismo in Italia, ma gli uomini rifiutavano l'idea di poter essere battuti da una «lei». E così la chiamavano Vittorio, facendo intendere che dietro il caschetto nero si celasse un centauro. Poi è arrivata la Vespa.
Il simbolo della motorizzazione di massa e del boom economico segna l'ingresso ufficiale delle donne nel mondo delle due ruote. Potevano guidarla indossando la gonna e senza sporcarsi.Oggi tante donne italiane affrontano il traffico cittadino su due ruote, sicure delle loro capacità e padrone del mezzo. Proprio come gli uomini.
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