Il volley si riprende Milano. Con il nuovo Palalido e l'eterno tabù scudetto

La «casa» riapre con uno sponsor di prestigio e adesso si può tornare a sognare in grande

Il volley si riprende Milano. Con il nuovo Palalido  e l'eterno tabù scudetto

Milano Il suo scudetto l'ha già vinto. Anzi, ne ha vinti due in una volta sola. Lucio Fusaro, 65 anni, milanese doc di Porta Genova, schiacciatore del vecchio Gonzaga, ai tempi della promozione in A1 a metà anni Settanta, poi dirigente e imprenditore, è ritornato come presidente nella pallavolo guidando subito la rinascita di Milano. Due scudetti vinti, dicevamo, perché mentre realisticamente (o per falsa modestia) riconosce che il suo Powervolley non è ancora pronto per il titolo, Fusaro ha già centrato due obiettivi fondamentali: riportare la grande pallavolo a Milano, facendo rivivere il Palalido, e farsi accompagnare da uno sponsor di prestigio come Allianz, che ha abbinato il proprio nome allo storico palazzetto di piazza Stuparich (completamente ricostruito dopo 9 lunghi anni di chiusura forzata e diventato Allianz Cloud), ed ha messo il suo marchio sulle maglie della squadra che oggi aprirà il campionato nel derby con Monza (giocato paradossalmente a Busto Arsizio, passata da casa provvisoria dei milanesi ad ospitare i brianzoli).

Un'operazione presentata con orgoglio e anche un po' di commozione dal patron che non ha dimenticato le sue origini e ha voluto portare anche i suoi vecchi compagni del Gonzaga a festeggiare la nuova avventura sul tetto del grattacielo più alto d'Italia, a City Life, griffato proprio da Allianz, dal cui terrazzo si può avere veramente tutta Milano ai piedi. Fusaro non ambisce a tanto, ma si accontenterebbe di riempire il caro vecchio nuovo Palalido («il posto più bello per giocare a pallavolo oggi in Italia», l'ha definito il capitano Matteo Piano) per le partite di cartello, partendo dal dolce ricordo dei dodicimila che hanno invaso il Forum per gli ultimi playoff contro Modena. Perchè l'operazione Powervolley non è solo caccia ai risultati, ma anche a una funzione sociale, perché parallelamente alla prima squadra Fusaro investirà molto su quello che dovrà essere il volley per tutti, portandolo nelle scuole, negli oratori («Dove io ho imparato lo sport», confida il presidente), magari anche a chi non ha le doti per saltare e schiacciare.

Ma, al di là dei romanticismi, l'operazione Powervolley riporta i riflettori su questo sport, perché se metti Milano al centro del campo, inevitabilmente riprende valore anche un campionato che rischiava di perdersi ormai in una dimensione un po' provinciale, senza offesa per nessuno.

E quest'anno Milano, che ha pescato all'estero il capitano della Serbia campione d'Europa Nemanja Petric e che ha dovuto cambiare allenatore passando da Andrea Giani a Roberto Piazza, ha tutte le carte in regola per andare oltre i quarti di finale, dove si è fermata nelle ultime stagioni. Anche se sarà difficile sfatare l'eterno tabù scudetto, un traguardo che a Milano (che è negli albi d'oro di tutti gli sport) sembra stregato solo sotto rete. Ma nel progetto di Fusaro non c'è due senza tre.

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