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Yankees e Lebron, Diavolo all'americana

La franchigia del baseball e la stella Nba coinvolti da Cardinale nella società

Yankees e Lebron, Diavolo all'americana

È tutto pronto. Nelle prossime ore sarà firmato il closing tra Elliott e RedBird ma non è questa la vera notizia del giorno. È pronta infatti la squadra di co-investitori istituzionali con la quale Gerry Cardinale si presenta ufficialmente ai tifosi del Milan e al calcio italiano. Ed è un team di valore mondiale e grande suggestione perché entrano al fianco del nuovo azionista (anticipazione del Financial Times) la franchigia di baseball del New York Yankees (partecipata dalla famiglia di George Steinbrenner) e MSA (Main Street Advisors), che è un fondo investimento di Los Angeles nel quale figura LeBron James, stella del Nba. Questo, è bene precisarlo subito, non significa che il Milan riceverà una montagna di euro da spendere sul mercato ma testimonia la dimensione americana del progetto di media company per spingere sui ricavi, che è poi la voce più bassa del bilancio milanista. I due soci di Cardinale sono stati scelti perché considerati i numeri uno per competenza, canali commerciali e rete attraverso cui lanciare il brand del Milan.

Yes Network poi, specializzato in diritti tv, biglietteria e costruzioni d'impianti, può spalancare al club rossonero, finalmente, il mercato americano rimasto fino a oggi poco sfruttato dal calcio italiano. Confermata anche la presenza di Riccardo Silva, manager italiano, trasferitosi negli Usa, proprietario e presidente del Miami Fc, tifoso rossonero e amico personale di Paolo Maldini, suo socio all'inizio dell'avventura a stelle e strisce. Smentito invece il coinvolgimento di altri colossi americani. Dietro la squadra di Cardinale, resiste anche l'idea di procedere - in assenza di tempi certi per il nuovo stadio a San Siro - in modo isolato puntando sull'area di Sesto San Giovanni messa a disposizione dal sindaco di quella città.

Cardinale, come si sa, durante la sua permanenza a Milano avvenuta a fine maggio, fece un sopralluogo proprio a Sesto San Giovanni, giudicando l'area particolarmente adatta alla costruzione di uno stadio dalle dimensioni diverse rispetto a quelle previste 60-65 mila) dal progetto che ha vinto la corsa per Milano.

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