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Zizou, il primo colpo è di rigore

Ramos gol come due anni fa, ma Carrasco pareggia Poi le merengues alzano l’undicesima Champions con Ronaldo mai in partita, ma decisivo all’ultimo tiro

Zizou, il primo colpo è di rigore

È finita ai rigori, il Madrid ha vinto la sua undicesima Champions su quindici finali. L’Atletico ne perde un’altra con il Madrid che non ha strameritato, le sue stelle spente, Ronaldo soprattutto, il resto lo ha fatto Sergio Ramos che aveva segnato il suo ultimo gol in Champions proprio nella finale di due anni fa e ha realizzato uno dei rigori con freddezza sotto una selva di fischi. È finita ai rigori, sempre meglio di una finale decisa da un gol in fuorigioco e un penalty sbaglato. Carrasco, sfuggito alla guardia di Lucas Vazquez, a una manciata di minuti dalla fine l’ha rimessa in parità pochi istanti dopo una doppia conclusione di Ronaldo e Bale che potevano chiuderla. Ci sono voluti i rigori, succede quando Benzema, Bale, Ronaldo, Torres e Griezmann, gli interi reparti offensivi di Madrid e Atletico, non riescono a fare un solo tiro in porta degno. Se poi l’Atletico non butta dentro la fame non è l’Atletico, peggio se tenta di fare il Madrid in mezzo al campo. Ha chiuso il primo tempo con un possesso di palla superiore ma non ha mai messo in pericolo la porta di Navas, un paio di conclusioni dalla distanza di Griezmann povere e centrali, una specie di torello senza senso davanti alla porta del Madrid che lasciava fare. Simeone ha iniziato a far vedere qualcosa dopo il gol in fuorigioco di Sergio Ramos, ma è parso più il Madrid a ritirarsi scientemente, ad aspettarlo. Casemiro a strappi, non ha preso in mano il centrocampo come temeva il Cholo, ma il centrocampo si è messo in mano sua, unico a prendere d’infilata i lenti fraseggi di Koke, Fernanez, Saul e Gabi.

Sbucava all’improvviso e prendeva la palla, come al 6’ quando su una punizione di Bale dalla sinistra di Oblak, è entrato in area piccola e ha calciato di piatto, d’istinto si è salvato lo sloveno dell’Atletico. Occasione netta, segnale preciso di come stava andando. Dietro il Madrid non è parso irreprensibile, c’era una sola cosa da fare, attendere il momento in cui sarebbe scattata la mossa di Simeone. Puntuale è arrivata al secondo minuto della ripresa quando El Niño ha tenuto il piede largo in area, Pepe ha clamorosamente sbagliato il tempo e l’ha tirato giù come una torre gemella. Rigore, sul dischetto Griezmann, traversa. Secondo segnale, adesso o mai più, il Cholo inizia a fare schiuma, capita prima una palla buona a Savic, ora c’è Carrasco davanti al fianco di Griezmann, la seconda è sui piedi di Saul, Madrid schierato al limite della sua area. È un attegiamento che mette Bale davanti a Oblak su rovesciamento improvviso e difesa dell’Atletico impreparata, è la palla gol più nitida della partita, miseramente fallita. Se poi ci si mette anche Pepe, giocatore di poca qualità, provocatore e simulatore, allora la finale da piatta diventa bruttina. Le sue manfrine sono patetiche, l’inglese Clattenburg lo ha sempre perdonato.

A un quarto d’ora dalla fine ci si aspetta la seconda scossa del Cholo, finisce sui piedi di Carrasco per l’1-1. Supplementari, squadre cotte, confusione, rigori, fatale l’errore di Juanfran, la vendetta un’altra volta

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